Aaron Dessner, ‘Dark Was The Night’ e il nuovo dei National
‘Dark Was The Night’ è la compilation benefica del momento. Ancor più del nuovo War Child. E’ stata assemblata in in collaborazione con e in favore di Red Hot Organization, che si propone di combattere la diffusione dell’AIDS soprattutto nei paesi del terzo mondo.
Chi ha reso possibile tutto ciò sono i fratelli Aaron e Bryce Dessner, chitarristi dei National, che porteranno il progetto, nella carne e nelle ossa dei protagonisti, sul palco del Radio City Music Hall di New York il prossimo 3 maggio, e forse anche a Londra e Parigi.
Dunque è soprattutto per questo che ‘Pitchfork’ ha intervistato Aaron Dessner, e già che c’era ha anche colto l’occasione per fare qualche domanda sul nuovo album dei National, attesissimo vista la qualità di ogni capitolo che lo ha preceduto.
“Ad ogni modo, manca ancora molto al suo completamento: non abbiamo ancora neanche parlato del titolo. Qualcuno ci suggeriva che dovrebbe essere di una sola parola e iniziare con la lettera ‘C’, visto che gli ultimi due iniziavano con la ‘A’ (‘Alligator’) e con la ‘B’ (‘Boxer’). [Scerzando] Forse qualcosa come ‘Caligula’ potrebbe andare bene…”
Il chitarrista ha poi rivelato una chicca del processo creativo della band: le canzoni vengono intitolate inizialmente da chi scrive le musiche. Solitamente hanno nomi di persona, ad esempio a questo giro i Dessner hanno deciso di nominarle come i protagonisti della Guerra Civile americana. Poi Matt Beringer, il frontman, quando scrive il testo cambia (ovviamente) questo titolo: “Ma quando i titoli originari se ne vanno, provo un po’ di malinconia per la dipartita di questi personaggi…”, confessa Aaron.Â
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