La band dei Gogol Bordello è un inno al nomadismo già a partire dalla storia personale dei suoi componenti: è vero che formalmente si tratta di una realtà nata a New York, ma i singoli personaggi arrivano da viaggi spesso lunghi e casuali.
L’esempio più calzante è offerto dal frontman Eugene Hutz, istrione ucraino di radici variegate (russe, tedesche, rom) che ha abbandonato il suolo natale per caracollare attraverso mezza Europa e quindi attraversare l’Atlantico.
Oltreoceano ha incontrato un gruppo di musicisti coagulato attorno a Sergey Ryabtsev, affascinante violinista di mezza età sempre pronto a far danzare le folle al ritmo della sua coda argentata: colpo di fulmine, e immediato sodalizio.
Così come Gogol ha portato alla letteratura classica russa nuova linfa proveniente dall’Ucraina, Hutz e soci si ripromettono da sempre di divulgare la loro musica gitana all’occidente.
Una sana passione per il punk avvicina i nostri prodi a predecessori come i Clash, ma va aggiunto tutto quel composto denso proprio della musica balcanica, fatto di violini e tamburelli, di controtempi e balli indiavolati; se non bastasse tutto ciò, un saltuario ricorso ai fiati butta nel calderone di quando in quando anche un vago sentore di ska.
Il guru Rick Rubin, santone delle produzioni già membro dei Beastie Boys, ha prodotto di recente il quinto album della band, intitolato Trans-Continental Hustle.
Singolo di punta è Pala tute, travolgente taranta che si presta perfettamente ad essere cantata in massa sotto il palco dei Gogol Bordello in una di quelle bolge estatiche che rendono il complesso uno dei più apprezzati nel campo del live.
La canzone è stata molto apprezzata anche da una star come Madonna, che ha voluto i Gogol sul palco per un medley, a dire il vero sconcertante, con La isla bonita.
La grande attitudine all’esibizione è propria di tutti i membri della band, certo, ma spicca la figura di Hutz, interprete grandioso di tutti gli elementi propri del gitano (anche stereotipati, ma gioiosamente): costantemente sopra le righe, sorridente sotto i baffoni, l’aria da mascalzone, la voglia di far festa e la bottiglia sempre in mano.
Impossibile non farsi trascinare.
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a me, li ho tutti 😉
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