……John Mayer in Italia e’ cosi’ sottovalutato.
A me piace tanto,anche “continum” e’ un bel album ,vedremo questo nuovo che ci presenta musicsite.it……
Dopo aver scelto di esplorare il territorio del blues con l’album intitolato (ironicamente?) Continuum, John Mayer aumenta la credibilità di una svolta coraggiosa dando alle stampe il nuovo disco Battle Studies. Per questo progetto Mayer ha deciso di stravolgere le tradizionali fasi di registrazione concentrando le tappe ed avvicinando il più possibile il momento della scrittura a quello dell’incisione finale. Curiosa la scelta di anticipare la realizzazione di tutto l’artwork in modo da poter appendere alla parete dello studio la copertina del nascituro disco, lavorando così in una totale proiezione in avanti.
Ad accompagnare l’artista sono i fedelissimi Pino Palladino (basso) e Steve Jordan (percussioni e co-produzione), vale a dire i componenti del Trio già apprezzato in altre occasioni; da segnalarsi la comparsata in una traccia di Taylor Swift, astro nascente del country/pop. Il primo singolo estratto dal nuovo disco è Who says, ondeggiante ballata in cui la batteria viene spazzolata dietro arpeggi di chitarra classici del blues e un cantato che non aggiunge un solo svolazzo ad una linea melodica piacevole nella sua semplicità .
John Mayer è uno di quei nomi capaci di entusiasmare una fetta di pubblico propensa ad un genere forse poco à la page ma sempre vivo come il blues; sono evidenti le influenze di mostri sacri come B.B. King o Eric Clapton, ma è altrettanto vero che caratteristica di questo ramo musicale è il continuo confronto con le proprie radici. Manifesto di questo concetto può essere la scelta di inserire nella tracklist Crossroads, immortale classico di quello che è considerato uno dei padri del blues, Robert Johnson (1911-1938).
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forse in italia è poco conosciuto perchè le radio sono ingolfate da elisa, ramazzotti, pausini e nannini… per non parlare dei cosiddetti forum musicali!
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gia’ ,mumble mumble…….
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