Agosto 1968
All’International Ampitheatre di Chicago si sta svolgendo la Convention del Partito Democratico. Il Presidente degli Stati Uniti Lyndon B. Johnson ha appena annunciato che non si ricandiderà e quindi i delegati del partito devono individuare un nuovo soggetto. Fuori, gli attivisti stanno inscenando una loro originalissima “convention”. Sotto la guida dei loro leader come Abbie Hoffman o Jerry Rubin i “radical” hanno portato a Chicago il loro candidato: si chiama Pegasus ed è… un maiale!
Quando arriva la polizia arresta tutti, maialino compreso.
Un mese dopo, i 7 leader radical più il capo delle Black Panthers, Bobby Seal, vengono processati. Graham Nash prende spunto da questo fatto per scrivere una canzone (Chicago) in cui invita tutti ad andare ad assistere al processo per sostenere gli accusati. Uno di loro (Bobby Seal) come canta Nash è “legato, imbavagliato e incatenato a una sedia”. Ma, come recita il ritornello “We Can Change The World”…
La canzone diventerà un formidabile inno di libertà e un manifesto della controcultura degli anni ’60 e ’70.
All’International Ampitheatre di Chicago si sta svolgendo la Convention del Partito Democratico. Il Presidente degli Stati Uniti Lyndon B. Johnson ha appena annunciato che non si ricandiderà e quindi i delegati del partito devono individuare un nuovo soggetto. Fuori, gli attivisti stanno inscenando una loro originalissima “convention”. Sotto la guida dei loro leader come Abbie Hoffman o Jerry Rubin i “radical” hanno portato a Chicago il loro candidato: si chiama Pegasus ed è… un maiale!
Quando arriva la polizia arresta tutti, maialino compreso.
Un mese dopo, i 7 leader radical più il capo delle Black Panthers, Bobby Seal, vengono processati. Graham Nash prende spunto da questo fatto per scrivere una canzone (Chicago) in cui invita tutti ad andare ad assistere al processo per sostenere gli accusati. Uno di loro (Bobby Seal) come canta Nash è “legato, imbavagliato e incatenato a una sedia”. Ma, come recita il ritornello “We Can Change The World”…
La canzone diventerà un formidabile inno di libertà e un manifesto della controcultura degli anni ’60 e ’70.
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