Avete mai sentito parlare di Joanne Shaw Taylor? No? confesso che fino a qualche settimana fa questo nome mi era del tutto sconosciuto. Non appena mi è capitato fra le mani Almost Always Never, terzo album di questa artista, ho dovuto fare un passo indietro per cercare di comprendere con chi avessi a che fare.
E allora subito una serie di sorprese. Prima fra tutte venire a conoscenza dell’età di questa ragazza, 26 anni, provenienza britannica, chitarrista e cantante blues, scoperta all’età di 16 anni da quella volpe di Dave Stewart, ex chitarrista degli Eurithmics e già premiata per le sue doti ed il suo talento. Niente male davvero.
Il primo album viene pubblicato nel 2009, White Sugar, preceduto dallo splendido singolo Going Home e il secondo con il titolo Diamonds In The Dirt arriva nel 2010. Tanti concerti già con Stewart stesso e una vera e propria montagna di esperienza da vendere. E qualche settimana fa ecco arrivare nei negozi Almost Always Never il terzo lavoro di questa nuova realtà musicale. A volte, oserei dire per fortuna, ecco apparire delle novità all’orizzonte in un momento musicale che sta diventando sempre più piatto e sempre più insipido.
Una voce calda, avvolgente, che già da un primo ascolto si insinua nella mente e mostra la sua particolare sensualità, è la caratteristica principale di Joanne. Uno stile personale che in questo nuovo album unisce il blues più classico al soul più moderno, creando un bel connubio di sonorità e fornendo così una spinta verso la contemporaneità ma lasciando sempre in evidenza il legame con un solido passato. Una capacità musicale con la sei corde che farebbe arrossire qualsiasi musicista blues di sesso maschile e un talento che oramai è diventato una vera e propria realtà. Spero solo che il music business non si getti su di lei cercando di ottenere il suo ingeneroso tornaconto facendola affogare in un mare di mediocrità.
Mi piace ascoltare questo album perché è ricco di passione e perché dietro l’angolo c’è sempre qualche piacevole sorpresa. Almost Always Never non è mai monotono, mai scontato, mai piatto. Niente male davvero e la capacità di rimescolare sempre le carte in tavola, minuto dopo minuto, dimostra una maturità artistica nonostante le ventisei primavere di Joanne. Ci sarà un motivo del perché abbia vinto il premio come migliore voce femminile ai British Blues Awards nel 2010 e 2011 e sempre nello stesso anno anche il premio come miglior songwriter femminile sempre ai British Blues Awards. Giovane sì, ma non da sottovalutare ma da apprezzare proprio grazie alla sua giovane età e da lanciare senza se e senza ma. A testimonianza di ciò brani come Piece Of The Sky, Army Of One, Tied & Bound, la title track Almost Always Never, Maybe Tomorrow, la più dura Standing To Fall, la bellissima e conclusiva Lose Myself To Loving You e la particolare e avvolgente Jealousy, la mia preferita con un sapore antico che mi fa venire i brividi ogni volta che la ascolto.
Joanne Shaw Taylor è una grande artista e questo è ormai un dato di fatto, per fortuna aggiungerei. Consiglio di ascoltare questo suo nuovo e terzo lavoro tutto d’un fiato, con il giusto umore e la giusta atmosfera lasciandosi trasportare da note ipnotiche e da una voce calda e avvolgente.(myword)
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