L’esponente politica birmana Aung San Suu Kyi è stata liberata. E’ una vittoria anche degli U2, che da anni si battono per tutelare la leader della Lega Nazionale per la Democrazia, imprigionata dal regime.
Bono e soci hanno riportato un commento su U2.com parlando di “cauta gioia” per il rilascio della signora dalla sua abitazione, ma invitando a continuare a vigilare: “Possiamo soltanto pregare che chi nella giunta ha deciso per il rilascio inizi ad avere buon senso e la veda come un’opportunità di iniziare un dialogo genuino verso la democrazia. Sapremo che sono seri quando rilasceranno gli altri 2202 prigionieri a cui è negata una vita per il crimine di voler credere a un risultato elettorale”. Il legame tra gli U2 e la figlia del leader dell´indipendenza birmana Aung San è iniziato nel marzo 2000, quando lei e la band irlandese ricevettero le chiavi della città di Dublino, ispirando al gruppo il brano “Walk on”: proprio per questo motivo, l’intero album “All that you can´t leave behind” fu boicottato dal regime birmano.
Nelle due fasi del 360° Tour dello scorso anno, alcuni volontari di Amnesty International salivano sul palco durante la canzone indossando maschere con il viso della leader democratica. Ne parlammo anche noi recensendo il concerto di Milano dell’8 luglio 2009. Oggi ci piace chiudere con le parole di Bono su Aung San Suu Kyi: “Questa donna stupefacente che ha messo la famiglia dopo il suo Paese, che per le sue convinzioni ha fatto una scelta insopportabile, di non vedere i suoi figli crescere e di non essere con suo marito mentre perdeva la sua vita per un cancro lungo e doloroso. Sun Kyi, con un´idea troppo grande per ogni prigione, ha cambiato la nostra visione, come solo i veri eroi riescono, di come quello che crediamo sia possibile”.
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Che bilancio hai fatto di questi diociotto anni?
Non mi sembra nemmeno che siano passati. Sono molto entusiasta. Mi sembra di aver iniziato ieri.
Top e flop della tua carriera?
Ci sono stati sia momenti top e flop durante questi anni. Nel top metterei i tanti successi, il pubblico anche oltre l’Italia. Nel flop ci sono sicuramente quelle canzoni di cui magari avevamo sperato un altro risultato. Poi aggiungerei anche il fatto di essere stato preso con indifferenza, le valutazioni dettate da preconcetti, la scarsa voglia di considerazione.
“E da qui” è un manifesto delle cose semplici. Quali sono le piccole cose quotidiane a cui non rinunci?
Il dialogo, una stretta di mano, il rapporto umano. Famosi o non, siamo tutti figli degli stessi piaceri, come alzarsi con il profumo del caffè, girare in mutande per casa o un buon bicchiere di vino.
Le tue canzoni sono conosciute anche all’estero. Come è il pubblico straniero? E la critica?
La critica e il pubblico sono simili. Ti considerano di più, perché sei straniero e quindi c’è più interesse. Un po’ come è qui in Italia con la musica inglese. Il pubblico latinoamericano è molto simile al pubblico del sud d’Italia, più caloroso, ‘sguaito’, mentre il pubblico di paesi del nord Europa è più simile al nord d’Italia, più contenuto.
Cantando in un’altra lingua, hai mai fatto delle gaffe?
Sì, ho fatto delle gaffe clamorose. All’inizio davo molta importanza al suono, alla melodia, ma avemo molti difetti di pronuncia. Alcune parole scivolavano via male e non si capiva cosa stessi cantando!
A quando un nuovo album?
Il greatest hits è un bel contenuto, non è un punto di arrivo. Per il prossimo disco ho già via molto materiale e vorrei suonare io tutti gli strumenti.
Ripartirai con un tour?
Adesso promuoverò il greatest hits anche all’estero, ma poi da marzo partiremo con il tour.
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ps è un’intervista a nek!
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Firmata da Sinusite Perenne ih ih ih ih
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famosi o no, siamo tutti figli degli stessi piaceri: un GH di Nek, ad esempio ti migliora la gioranata del 100%….:-))))!!!!
AUGH
In sottofondo: “Bad Man Walking” – Dejà Voodoo – Gov’t Mule
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