The Ghost Of A Saber Tooth Tiger
Voto: Â 3 STELLE E MEZZO
Casa discografica: Chimera Records
Anno: 2010
La tigre con i denti di sciabola (esiste davvero) diventò spettro un paio d’anni fa quando Sean Lennon e la fidanzata Charlotte Kemp Muhl decisero di mettersi in duo per originali avventure nel mondo della musica. Ignoro la genesi della sigla ma posso assicurare che in un album delicato come questo, da leprotti, da gattini, suona fuori luogo. E’ un disco di canzoni sottovoce, di ballate sommesse, un quaderno di schizzi a matita o ad acquarello da parte di due non più giovanissimi che han l’aria di voler preservare un personale candore e sognano di salvare il mondo con suoni ecologici e mente immacolata.
Sean Lennon in effetti non è proprio un candido. Ha una carriera ultradecennale alle spalle, ha cambiato più volte partner e stile, ha scritto per il pubblico della musica e quello del cinema cercando sempre di evitare la comoda identità di “figlio di” – è stato originale e velleitario, tenace e lunatico, ma alla fine c’è riuscito, come no. Questa peraltro è l’opera in cui più si avvicina al padre John, per quegli accordi che gli girano in mano dall’inizio di Lavender Road (bella davvero) al finale di Song For James che così, d’istinto, rimandano a tante dolcezze del babbo. Sean naturalmente nega. E’ un album ispirato sì agli anni 60, scrivono le note, ma i modelli sono Syd Barrett, la Incredible String Band, Simon & Garfunkel, con un profumato blend di voce Marte/Venere che quegli originali non avevano e un sottile gusto surreale dei testi, “paesaggi immaginari alla Dali con strade di lavanda, chiazze di petrolio da cui spuntano arcobaleni, funamboli che cadono dalle corde tese, film in bianco e nero proiettati dal futuro.”
Un disco molto piacevole che potrebbe avere presto un seguito, se è vero che Sean e Charlotte (o Amatla e Zargifon, come si fanno chiamare su Facebook) hanno già registrato un secondo CD sempre per la loro Chimera, l’etichetta che la coppia gestisce dalla cucina di casa.
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