Live Report: Uriah Heep @ New Age Roncade 08/05/10
Una serata autunnale non ferma le vecchie passioni ed al New Age di Roncade si presenta il tutto esaurito. Una folla eterogenea di stagionati cinquantenni, ma anche molti volti giovani, aspettano con ordine e curiosità l’ingresso sul palco di una band in auge ormai dal lontano 1965 che, vicino all’inossidabile fondatore Mick Box, ha visto il susseguirsi di musicisti di altissimo livello.
Il New Age è un capannone artigianale adibito a locale rock, ormai da tempo inserito nei circuiti giusti, è piccolo e raccolto, l’ideale per gustarsi a stretto contatto i tuoi gruppi del cuore. Fotograficamente non è il massimo per la totale inesistenza di uno spazio di servizio tra le transenne e il palco e l’impossibilità di muoversi attorno oltre che ad un service di luci che ricorda molto i tempi d’esordio della band, senza grosse evoluzioni tecnologiche ma con una serie di spot colorati, semplici ma efficaci.
Per i presenti l’atmosfera ed il feeling sono assicurati. Ci siamo, la band al completo attacca con tre brani in sequenza Wake the sleeper, Return to fantasy e Only Human che riportano subito alle atmosfere dei seventies. Il riff di chitarra di Mick Box e la sezione ritmica di Trevor Bolder al basso e del roccioso Russel Gilbrock alla batteria scaldano subito l’ambiente. Bernie Shaw ha una voce potente e a tratti cristallina e le tastiere di Phil Lanzon smorzano il tono hard strizzando l’occhiolino al buon vecchio progressive.
Strepitosa Bird of prey che con Sunrise apre la pista alla magica Love in silence. Gli animi si scaldano, la gente si appassiona e vive intensamente uno show a lungo atteso, visto le loro rare apparizioni in Italia. Mick e Bernie se ne accorgono e spingono sull’acceleratore. La band suona a memoria (la scaletta è quasi la fotocopia del concerto di Rimini della sera prima), la vicinanza del pubblico e Bernie che quasi si mescola con loro trascinano la band.
Mick sembra suonare senza sforzi ma riesce a fare scale da brivido che non hanno niente da invidiare ai tempi in cui duellava a distanza con il miglior Blackmore e Tommi Iommi. Tutto nelle sue dita sembra semplice e quando Bernie si allontana per lasciare la scena alla band, Mick incanta supportato da basso, batteria e tastiere da sogno.
Rain, The wizard, Free ‘n’ easy e Gypsy sono semplicemente fantastiche.
“Wine later†dice Bernie, bevendo da una bottiglia d’acqua e lo show riprende con Angels walk with you scritto da Bolder, uno dei più bei pezzi dell’ultimo album. Segue la mitica July Morning e la band saluta per subito ritornare on stage e chiudere con le altrettanto mitiche Easy livin’ e Lady in black, acclamata a gran voce.
Mick si esalta, sembra divertirsi un mondo, saluta , sorride e scherza con la sua chitarra fingendo di spegnere l’incendio delle corde e mandando al pubblico suoni amplificati. E’ talmente a suo agio che si avvicina ad un ragazzino di 12 anni che lo guarda incantato incollato alla transenna a bordo palco e gli regala il plettro tra l’ovazione generale. Lady in black è strepitosa, Bernie fa cantare il pubblico a ripetizione e la band si accomiata stringendo le mani ovunque.
Un salto nel passato, un bel salto, di qualità e spessore, un’ora e mezza abbondante passata con musicisti che più invecchiano e più imparano a dare il meglio di sè, insegnando alle nuove generazioni che il rock è sempre vivo
Una serata divertente, ripongo le macchine fotografiche , mi coccolo i plettri personalizzati di Mick e Trevor che mi hanno regalato e rientro alla base.
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Joanna sei tutti noi!
The indie singer-songwriter-harpist had some choice words for the world’s most fashion-forward pop star: “I’m mystified by the laziness of people looking at how she presents herself, and somehow assuming that implies there’s a high level of intelligence in the songwriting. Her approach to image is really interesting, but you listen to the music, and you just hear glow sticks. Smart outlets for musical journalism give her all this credit, like she’s the new Madonna […] Although I’m coming from a perspective of also thinking Madonna is not great at all. I’m like, fair enough: she is the new Madonna, but Madonna’s a dumb-ass!”
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Non potevo mancare con la notizia del giorno 🙂
http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2010/05/10/news/renato_zero_un_tour_in_un_dvd_non_deleghiamo_le_nostre_vite-3959248/
Renato Zero, un tour in un Dvd
“Non deleghiamo le nostre vite”
In occasione dell’uscita di Presente Zeronovetour, il cantautore racconta il suo viaggio musicale “da Nord a Sud”. Un’occasione per riflettere anche sullo scandalo pedofilia nella Chiesa, sull’impegno per L’Aquila e sull’esperienza di padre grazie all’adozione. “Non rassegnamoci al male diventandone complici”
Repubblica dedica uno speciale video a Renato Zero, in occasione dell’uscita, martedì11 maggio, di Presente Zeronovetour, Dvd tratto dallo spettacolo che l’artista ha portato in giro per l’Italia tra ottobre e dicembre 2009, anche in confezione deluxe con allegato l’album Presente. Dal documentario sono tratti qui tre brani: Ancora qui, Non smetterei più, in duetto con Mario Biondi, e soprattutto Unici, canzone inedita che Renato dedica ai suoi fan. Come spiega in una videointervista che dal Dvd e dai piaceri del tour porta Renato a parlare di temi delicati, in cui collidono la dimensione spirituale e il quotidiano della vita.
Perché Renato Zero, da ironica icona della trasgressione sessuale quando la parola “tabù” aveva un senso, con la maturità ha fatto della ricerca del bene, di un valore più alto dell’esistenza, il vero messaggio delle sue canzoni. Una ricerca proiettata nei suoi concerti, in alcuni momenti simili a una liturgia, avvolti in un impianto scenografico e in coreografie che rafforzano l’idea di un artista ferocemente aggrappato a un’utopia chiamata innocenza. Guardare il mondo con occhi da bambino per catturare un sogno. Zero lo fa persino nelle interviste, quando parla di “Renatino” e dei suoi ricordi di infanzia. O quando siede in poltrona e, a telecamera ancora spenta, sospira pensando ai tanti amici che lo hanno lasciato negli ultimi tempi. “La vita è così…”.
Con quegli occhi, tanto tempo fa Zero scopre in Papa Wojtila un nuovo padre, dopo la perdita del suo vero papà. A Giovanni Paolo II dedica sul finire del 2005 una canzone in cui è racchiuso tutto un credo: La vita è un dono. Quattro anni dopo, nel 2009, un verso di Il sole che non vedi recita: “La violenza è il nuovo vangelo, ma Cristo non c’è più…”. La canzone è contenuta in Presente, album in cui Renato in copertina guarda dritto in faccia al mondo. E attraverso quelle parole rilegge la storia recente. Zero vede che la Chiesa trema. Non è il terremoto a scuoterla, ma la debolezza dell’uomo. Pedofilia è parola che fa inorridire Zero, ma la sua risposta è un ammonimento più che un’accusa a tutta la società, “complice del male”, perché in troppi deleghiamo a qualcun altro le scelte che contano, per poi scoprire che…
E il terremoto arrivò per davvero. Zero guarda il mondo e assiste alla tragedia dell’Aquila, alla casa degli studenti che crolla come un castello di sabbia. E per ridare un’università a quegli studenti, assieme a tanti altri artisti, tiene un concerto allo Stadio Olimpico di Roma il 20 giugno 2009. Un’ala dell’ateneo è rimessa in piedi. Adesso Renato studia una nuova iniziativa, uno show radiofonico, per completare l’opera.
Poi è la tv a guardare Zero. O meglio, suo figlio Roberto, spedito all’Isola assieme agli altri “figli dei famosi”. Così il “grande pubblico” televisivo scopre che Renato è padre grazie all’adozione. Esperienza raccontata in video. E qui il “fanciullino” in Renato Zero torna a farsi sentire, col tenero ricordo di un papà poliziotto, onesto, ligio al dovere e per questo “sempre più lontano da casa”, scomparso troppo presto. “Se fosse qui gli direi siediti. Andiamo al mare…”.
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E comunque lunga vita agli Uriah Heep 😉
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e lunga vita ai sorcini ,meglio le topoline pero’:-)ciao Aloisio,lo sai io ho sempre voglia di scherzare…….
GRANDI URIAH HEEP…..me li sono fatti scappare,erano a Rimini e non lo sapevo,shit!
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ostrega mi son tuto in preparasione dei CDC….stasera mi, vado al cinematografo, a vedere IRON MAN2…così me faso le orecie.
Sto anche ascoltando sempre LIVE AT DONINGTON con quel mato de Angus che me pare una cavaleta come che salta, orco can!
AUGH!
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il generale lee e’ gia’ in ciuca.il ga suga’ anche il canal.orco can…..puteo d’un ragasso……..
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