Ci sono pochi artisti che hanno saputo segnare la storia della musica americana come Curtis Mayfield. E non solo per il successo, gigantesco, straordinario, che hanno avuto alcune delle sue più belle canzoni, ma soprattutto perché le cose che ha scritto, le parole che ha cantato, hanno influenzato decine di artisti, toccato le coscienze ed i cuori, lasciato una traccia indelebile nella cultura afroamericana. La sua scomparsa ha lasciato un vuoto che, davvero, nessuno fino ad oggi ha saputo colmare. Apparentemente, ad un primo sguardo, sono altri i personaggi che hanno influenzato la musica americana partendo dal soul, stelle come Ray Charles, Steve Wonder, Marvin Gaye, tanto per citarne alcuni, artisti che hanno saputo scrivere musica nera e al tempo stesso universale. Ma a ben guardare Curtis Mayfield ha fatto altrettanto, spesso anticipando temi, argomenti e sonorità rese celebri da altri. A differenza di Wonder, Gaye o Charles Mayfield è riuscito di rado a conquistare il pubblico del pop, restando maggiormente nell’ombra, amatissimo dai cultori della black music, quasi del tutto ignorato dalle nostre parti. Ma se si prova a rileggere la sua storia, a ripercorrere le tappe essenziali della sua vicenda artistica, ci si accorge rapidamente che Mayfield è stato, al pari di Gaye, Isaac Hayes o Wonder, uno dei personaggi che ha contribuito maggiormente ad allargare il campo d’intervento della “soul music†ed a fare della musica nera quello che oggi è. Fin dalla fine degli anni Cinquanta, quando iniziò la sua carriera con gli Impressions, al fianco di Jerry Butler, arrivando già a successo quarantadue anni fa (quando era ancora poco più che un teen-ager) con “For your precious loveâ€. Butler lasciò gli Impressions poco dopo questo hit e Mayfield prese la guida della band portandola nuovamente ai vertici delle classifiche tre anni dopo, con un brano destinato a diventare un vero e proprio classico, “Gipsy Womanâ€. La vicenda degli Impressions è legata al forte interesse di Mayfield per la tradizione del gospel, che seppe rinnovare mescolandola al doo wop e al soul, riempiendo i suoi brani, sempre modernissimi e ricchi di soluzioni innovative (pur restando spesso legato alla formula del “call and responseâ€), di contenuti sociali importanti. Le sue erano canzoni d’amore, romantiche e sentimentali, ma al tempo stesso riuscivano a riflettere le evoluzioni della cultura afroamericana, le battaglie per i diritti civili, la presa di coscienza del popolo nero degli Stati Uniti, mescolando storie e sentimenti antichi e contemporanei. Negli anni Sessanta con gli Impressions Mayfield portò al sucesso una quindicina di singoli, come “I’m so proudâ€, “Keep on pushingâ€, “People get readyâ€, “We’re a winner†destinati ad entrare nella storia della musica americana, realizzò degli interessantissimi album e iniziò a sperimentare formule e linguaggi che avrebbero preso forma compiuta all’inizio degli anni Settanta, quando Mayfield lasciò il gruppo per dare inizio ad una straordinaria carriera solista.
Quaranta anni fa, all’alba del nuovo decennio Curtis Mayfield pubblicò il suo primo disco solista, intitolato semplicemente “Curtisâ€, un gioiello di modernità , con una ricchezza sonora davvero straordinaria e brani come Move on up che ancora oggi restano ineguagliabili.
Negli anni Settanta contribuì in maniera determinante alla definizione del funk, con alcuni singoli come “If there’s a hell below, we’re all gonna goâ€, e soprattutto con la colonna sonora del film “Superfly†un classico della stagione della “blaxploitationâ€, apparentemente molto vicino alle atmosfere del più noto “Shaft†di Isaac Hayes, ma nel quale Mayfield metteva a fuoco in maniera completa il suo universo musicale e poetico, fondendo soul e funk, critica sociale e politica e echi gospel. Mayfield, comunque, non è solo “Superfly†e lo dimostra con una lunghissima serie di album e di singoli che attraversano con alterne fortune gli anni Settanta ed Ottanta.
Nel 1990. mentre era sul palco di un concerto a Brooklyn, un asta di sostegno delle luci di scena si spezzo e gli cadde addosso. Mayfield rimase completamente paralizzato e la sua attività fu totalmente interrotta. Le cose per lui iniziarono ad andare di male in peggio, fino a ridurlo quasi completamente in miseria. Alla metà degli anni Novanta, però, il mondo della musica decise di correre in suo aiuto e personaggi come Springsteen, Wonder, Rod Stewart, Eric Clapton e molti altri, realizzarono un album tributo interpretando alcune delle sue più belle canzoni. Il tributo servì da stimolo a Mayfield per ricominciare, nonostante l’immobilità : l’artista americano non si diede per vinto, e tornò addirittura a realizzare un disco nel 1996, uno straordinario esempio di modernissima musica nera, “New world orderâ€, un disco che resta come formidabile testamento, come suggello favoloso di un avventura musicale unica e indimenticabile.
Se avete messo dei soldi da parte e pensate di spenderli bene fatelo comprando un magnifico cofanetto dedicato all’arte di Curtis Mayfield, si intitola “People get ready: the Curtis Mayfield Storyâ€, vi innamorerete pazzamente della musica di questo straordinario genio del soul.
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Alice Cooper new album
Alice Cooper, durante il suo show radiofonico, ha parlato in anteprima del prossimo album: il titolo scelto, ancora provvisorio, è “The Night Shift'” e già 10 brani sono stati preparati e sono pronti in versione demo. Ancora nessuna notizia su una possibile data di uscita.
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soccia Alice Cooper con Mayfield e’ come dire il veleno con l’Acqua Santa,ma va bene,grazie Aloisio……..i serpenti come stanno?Tutti coi Whitesnake?:-)))DDD
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