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B16 said in Marzo 10th, 2009 at 13:18

vero verissimo. sempre bravi, anche se forse in lieve calo rispetto all’esordio. li vidi ad amsterdam durante il tour di antics… gruppo spalla degli ancori sconosciuti bloc party: sarebbero esplosi due mesi dopo! ROCK ON

INTERPOL
ANTICS TOUR
16-11, Paradiso Amsterdam.

01. Next Exit
02. Say hello to the angels
03. NARC
04. Public pervert
05. Hands away
06. Obstacle 1
07. Length of love
08. Not even jail
09. NYC
10. C’mere
11. Slow hands
12. Evil
13. PDA

14. The new
15. Roland

Fuori dal Paradiso si raduna una piccola folla già alle otto di sera. Soprattutto ragazzi, molti stranieri, anche se con il passare del tempo il pubblico si fa più eterogeneo: qualche vecchio amante del rock ha deciso di abbandonare casa per dare una chance ad uno dei gruppi più interessanti della nuova scena americana.
Gli Interpol sono un piccolo fenomeno ad Amsterdam grazie soprattutto all’album d’esordio Turn on the bright lights: ora con Antics tornano a riscuotere un po’ del loro credito nei confronti del pubblico olandese che ha risposto esaurendo tutti i biglietti già nelle prime settimane di vendita.
Ad aprire il concerto un gruppo inglese, di chiara ispirazione new wave, i Block Party che suonano un set onorevole, ma non esaltante se si esclude la traccia iniziale: i loro riferimenti sono ancora troppo netti per poterli aiutare a produrre qualcosa di originale. La serata è comunque piacevole e i tre livelli del Paradiso sono ormai colmi quando gli Interpol salgono sul palco.
Uno dopo l’altro, Carlos D. (basso), Paul Banks (voce e chitarra), Sam Fogarino (batteria) e Daniel Kessler (chitarra), nell’abituale eleganza.
Next exit apre come previsto lo show, il suo incedere lento e romantico fa scendere un rapito silenzio nella sala.
Ma è questione di attimi: già con il secondo pezzo la performance cambia decisamente registro facendo salire letteralmente in cattedra Daniel Kessler, l’eccezionale valore aggiunto del gruppo newyorkese.
Oltre a suonare divinamente la chitarra, costruendo le melodie della band attraverso un sottile gioco di riverberi, Daniel ha un’altra divertente peculiarità: balla. Proprio mentre imbraccia lo strumento si lascia andare a imprevedibili passi di danza, senza senso eppure incredibilmente espressivi, apparentemente ispirato dallo spirito di Peter Sellers…
Carlos è invece impegnato soprattutto a rendere udibile il suo basso (durante l’inizio dei primi pezzi passa più tempo a litigare con il suo roadie che a suonare), mentre Paul Banks, cappello calcato in testa, si muove appena a centro palco, lasciando che la sua voce si prenda tutta l’attenzione.
La scossa arriva da Sam Fogarino, che attacca violentemente Say hello to the Angels, seguito immediatamente dal resto del gruppo: da questo momento l’atmosfera non farà altro che infuocarsi sempre più, lasciando a pezzi come NYC il compito di far “respirare” l’audience.
Gli Interpol miscelano i pezzi dei due album sinora pubblicati, privilegiando la continuità “narrativa” tra un brano e l’altro: da NARC a Obstacle 1, il crescendo è continuo e il pubblico sempre più in visibilio.
Il succedersi applauditissimo di 9A e Not even jail dimostrano come anche Antics stia ormai entrando nel cuore del pubblico: gli Interpol riescono a creare emozioni attraverso grandi aperture melodiche all’interno di un sound molto compatto, su cui si poggiano le invenzioni al servizio della band di Daniel.
Ancora più delle voce di Paul Banks, è la sua chitarra (e la sua presenza scenica…) il centro dello show, il cuore del suono degli Interpol.
Inserita tra i due tra i due singoli di maggiore successo, Slow Hands e PDA (che scatena il pubblico, dopo che la band la sospende, rimanendo in silenzio per un paio di minuti al primo stop and go della traccia), Evil si conquista sorprendentemente il boato maggiore: questo terzetto di brani chiude la prima parte del concerto in un vero e proprio trionfo.
Quando gli Interpol tornano on stage, nessuno sa cosa aspettarsi: attaccano The New, facendo esplodere il Paradiso distorcendo al massimo il brano, affondando la sezione ritmica nel rumore.
La chiusura è lasciata Roland: il suono della band sembra essersi fatto acuminato, i rovesci noise divengono sempre più violenti.
Con Daniel Kessler che viene a prendersi i meritati applausi, solo ed illuminato dalle luci stroboscopiche, durante lo splendido assolo che conclude il pezzo.
Dopo di che gli Interpol, ancora vestiti in modo inappuntabile, abbandonano i loro strumenti tra le ovazioni del pubblico e con altrettanto stile se ne vanno, lasciando dopo un concerto meraviglioso il Paradiso, ma non Amsterdam dove l’indomani incontreranno con certezza il meritato riposo.

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buzzandmusic said in Marzo 10th, 2009 at 15:20

no comment,topic docet:-))

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