Christian Fennesz vanta collaborazioni artistiche anche con David Sylvian e Sakamoto.
Ha pubblicato a dicembre un nuovo bellissimo album “Black sea”,e’ viennese,e’ un fuoriclasse dell’elettronica.
Ecco alcune cose su di lui trovate in rete.
Fennesz
Da Vienna a Parigi. Dal Glitch a suoni levigati e orchestrali. Dal guitar box ai moderni software digitali. Un viaggio nella mente e nella musica di Christian Fennesz: l’uomo chiave della musica elettronica contemporanea. Lo special comprende: una introduzione, una biografia minima, una lunga intervista esclusiva e le recensioni degli album e dei singoli.
Maree digitali…
Vive a una decina di chilometri da Vienna, in un piccolo villaggio raccolto sulle rive del lago di Neusiedl dove le nervose ondulazioni montuose si stemperano in splendide vallate pianeggianti che si infuocano al tramonto schiudendo orizzonti imperturbabili.Â
Christian Fennesz è cresciuto in questo eremo vitale respirando umori mitteleuropei di lunga data, musicando quelle sensazioni attraverso le moderne tecniche elettroniche, infondendo cioè quella weltanshauung pensosa e elusiva, austera ma tenace nelle maree radioattive dei circuiti digitali, scovando altresì nei difetti tecnologici, nei bug, e nei test tones, una via d’espressione unica, personale, fatta di microvariazioni elettriche che contemplano quelle dello spirito.
Nel viennese, tradizione e fermento cosmopolita si muovono di continuo, contraddistinguendo una ricerca musicale che vede nell’uso del laptop e della chitarra le sorgenti principali, le bacchette magiche con cui creare universi insondabili, come nel caso di Hotel Paral.lel, album d’esordio che lo svela al pubblico specializzato o come del successivo Plus 47°… nel quale il sound s’incentra maggiormente nell’elusione e nell’estraniazione celebrale.
Su piani non del tutto dissimili prende quota l’elegiaco Endless Summer, capolavoro del musicista nonché concept più accessibile, che abbandona in parte il serioso dogma elettroacustico a favore di sottilissimi richiami agli immaginari spensierati della California dei tempi d’oro; e, attraverso superfici ancor più levigate, mescolate a sperimentazioni più scopertamente legate al suono acustico della chitarra si apre Venice, l’album di transizione che vede altresì la partecipazione di David Sylvian in una traccia.
segue su sentireascoltando.com ,mi pare e cmq tutto facilmente reperibile “guglando”:-)
Molto interessante.lo conosco da anni ma non in modo cosi’ approfondito come ora.
Related Articles
2 users responded in this post
beh, molto approfondito un par di…! dai Buzz, questo componimento è il festival dell’ovvio e di Google; il nulla in venti righe. Dove lo hai pescato questo articolo?
Rispondi
Hai ragione ma la colpa e’ mia ……….su sentireascoltare.com c’era molto altro ma non volevo postarlo tutto…….c’era pure un’intervista molto bella…….il mio voleva essere un accenno all’artista al quale sono legato per motivi di provenienza e per il fatto che adoro Sylvian e Sakamoto……..infatti ho scritto nella penultima riga che SEGUE su che si trova via google.Chiedo scusa per la superficialita’,ma merita molta attenzione come Bregovic o il ns Andrea Guerra (per le composizioni e non per il genere eh,mi raccomando).SORRY anche io ahime’ alle volte vado di fretta pur cercando di dare il massimo possibile al blog,che credetemi e’ un impegno appassionato e costante.Un abbraccio a te e a tutti.
Rispondi
Leave A Reply