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Si vendono sempre meno cdÂ
Gli italiani preferiscono i concerti
Boom della vendita di strumenti musicali. In calo la vendita dei supporti fisici -19%
Vasco Rossi durante il concerto all’Olimpico di Roma il 29 maggio del 2008. A seguirlo erano in 65.000 (Ansa) |
MILANO – In Italia il mercato della musica ha fatto registrare nel corso del 2007 un indotto complessivo pari a circa 4,1 miliardi di euro. Questo perché c’è musica da tutte le parti: nei centri commerciali, negozi, cinema e palestre e, quando non ci aggrada, le preferiamo la selezione da noi fatta sull’Mp3 direttamente in cuffia.
IL RAPPORTO – Il consumo di musica è sempre maggiore. Secondo le conclusioni del Rapporto 2008 sull’Economia della Musica in Italia, realizzato dalla Fondazione Università Iulm in collaborazione con Dismamusica (Associazione distribuzione industria strumenti musicali e artigianato), Fem (Federazione editori musicali) e SCF Consorzio Fonografici, presentato venerdì all’Università Iulm di Milano, a fronte di una flessione netta della vendita di musica su supporti fissi (cd, cassette, dischi vinile, dvd), è positiva la performance del settore della musica dal vivo e dei comparti del digitale, della «musica sparsa» e delle sincronizzazioni. Lo studio evidenzia che il segmento della musica stampata, con un fatturato di 13,3 mln di euro, rimane sostanzialmente invariato rispetto al 2006.
GLI STRUMENTI MUSICALI – In crescita, invece, il comparto degli strumenti musicali che, con i suoi 372 mln di euro, cresce del 5,5%. «Ogni anno, in Italia, circa un milione di persone acquista uno strumento musicale nuovo, – sottolinea Antonio Monzino jr., presidente Dismamusica – sia per impieghi professionali sia, e molto più frequentemente, per un uso amatoriale. È un dato confortante, anche se è lontano dalla reale potenzialità che un Paese come l’Italia potrebbe esprimere se i gestori della nostra formazione culturale facessero propria la determinazione di restituire alla musica tutta la sua dignità di valore culturale essenziale alla formazione della persona».
LA DELUSIONE – All’altro estremo della filiera, il comparto audio dell’elettronica di consumo mostra una sostanziale stabilità con lo scorso anno (+0,6%) e un fatturato di 1.099 mln di euro. Passando all’analisi del piccolo settore, il calo più evidente, rispetto al 2006, risulta essere la spesa per musica su supporti fisici (Cd) che si assesta a 406 mln di euro (-19%), anche se il dato – ha sottolineato il docente della Iulm, Luca Barbarito, che ha coordinato la ricerca – è in linea con quanto accade negli altri Paesi (nel mondo il calo è del 6,2%). Deludente, ha commentato, è la crescita registrata dal consumo di musica digitale (+1%) con un fatturato di 29 mln di euro, complessivamente al di sotto delle aspettative fondate sui trend degli anni precedenti.
CONCERTI – Bene, invece, la musica dal vivo (concerti e spettacoli) che registra un balzo del +12,2% con fatturato di 768 mln di euro e la cosiddetta «musica sparsa», ossia quella diffusa all’interno di altre attività ludiche: il comparto radio, discoteche e tv registra un fatturato di 1.344 mln di euro (+4,2%) e quello dove la musica ha un ruolo di sottofondo (nei negozi, alberghi, etc.) raggiunge i 42 mln di euro (+17,6%). «La fruizione della musica in Italia – ha concluso Barbarito – attraverso modalità diverse è in aumento. Ma non c’è un nuovo modello di business, anche a causa dell’insieme di diritti che gravano sul settore, che rende complicato sviluppare nuove tipologie di business. Inoltre, sarebbe auspicabile una maggiore attenzione alla cultura musicale: sarebbe di stimolo a un maggiore consumo intelligente della musica».
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