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Alla fine degli anni Settanta, David Howell Evans divenne per tutti The Edge. Fu Bono ad affibbiargli quel soprannome: una parola, poche lettere e molti significati capaci di sintetizzare alla perfezione le mille sfaccettature del chitarrista degli U2. The Edge, «lo spigolo», perché il suo mento ha una forma particolarmente appuntita; ma altrettanto spigoloso e affilato è il suono della sua chitarra (soprattutto nei primi album della band irlandese, ancora imbevuti di post-punk e new wave). The Edge come «acume», «perspicacia», perché queste sono le qualità che da sempre orientano la sua ricerca musicale. The Edge come «bordo», «limite», «crinale»: confini fisici e mentali da spostare un po’ più in là e superare, verso orizzonti sempre nuovi ai quali volgere lo sguardo. Tutto ciò, unito a una creatività fuori dal comune e a un’innata propensione alla sperimentazione, ha fatto di Edge una delle figure più importanti della scena rock internazionale degli ultimi quarant’anni. In questo libro, la vita del grande chitarrista viene raccontata per la prima volta, dall’infanzia fino alle ultimissime esperienze musicali, passando attraverso quattro decenni di rock ai livelli più alti. Lo vedremo durante gli anni della Mount Temple School di Dublino e all’incontro con Bono, Larry e Adam. Lo seguiremo durante i primi concerti in piccoli club, ma anche in un albergo dello Sri Lanka proprio mentre sta per scoppiare la guerra civile. Coglieremo la sua sagoma nel deserto americano, dove le strade non hanno nome, a caccia di nuove suggestioni, di un’altra frontiera da varcare. Oppure a passeggio tra le vie di Berlino nei giorni della caduta del Muro, o tra quelle di Sarajevo poco dopo la fine del conflitto. E in mille luoghi diversi, fino a ripercorrere gli snodi più importanti di un percorso artistico di straordinaria intensità.
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