Estate del 1951
Negli studi United Sound System di Detroit, un ex custode di una acciaieria, sta registrando uno dei suoi fantastici blues. Già, perché lui è un favoloso chitarrista che viene dal Delta del Mississippi, il cuore del Country Blues. Si chiama John Lee Hooker e alcuni suoi brani sono stati già veicolati con successo dall’etichetta californiana Modern Records. Un paio di anni prima, infatti, un suo pezzo Boogie Chillen è diventato il brano più venduto di black music del 1949. Ora, John Lee è in studio insieme a un secondo chitarrista Eddie Kirkland. La sua Gibson 335 dal timbro quasi tagliente suona un riff scarno ma efficacissimo completato dalla sei corde di Kirkland, su cui Hooker mugugna poche parole in cui dichiara di “essere in vena per l’amore”.
Il battito del suo piede è l’unico elemento ritmico del brano che ha però un incedere ammaliante, ipnotico, seducente.
Il brano si chiama I’m In The Mood e sarà un nuovo successo per John Lee ma soprattutto verrà suonato negli anni da alcuni dei suoi più grandi epigoni, da John Hammond jr. a Gary Moore. Quasi 40 anni dopo, quando John Lee Hooker pubblica The Healer, che si rivelerà essere il suo album di maggior successo, chiede all’amica Bonnie Raitt se vuole fare un duetto con lui. “Certo, ma voglio fare ‘I’m In The Mood’”, gli dice la rossa californiana, “sennò me ne vado”.
Detto fatto, I’m In The Mood entra a fare parte di The Healer e vince un Grammy. Per Bonnie Raitt, la registrazione del brano sarà (parole sue) “l’esperienza più erotica della carriera”.
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