È la fine degli anni ’80 e quella ragazza prodigio, figlia di un pastore metodista, su cui la Atlantic Records aveva investito energie, speranze e un sacco di soldi si sta leccando le ferite. Il progetto Y Kant Tori Read si è rivelato un fiasco e la giovane cantautrice che ne era al centro deve ora fare i conti con la dura realtà. Frustrata, depressa ma anche un po’ incazzata, Tori Amos in quei giorni è ossessionata da un pattern ritmico che gli frulla costantemente in testa. Decide di catturarlo su una drum machine e di provare a suonarci sopra. Nasce così una canzone nella quale sfoga, melodicamente e poeticamente, il suo stato d’animo.
“Perché ci crocifiggiamo tutti i giorni, perché tutto ciò che faccio non ti va bene, il mio cuore è stufo di rimanere incatenato”: Crucify entra nel primo, fantastico album di Tori, Little Earthquakes, che lancia la songwriter della North Carolina nell’Olimpo della musica anche se il pezzo, e altri dello stesso disco, vengono messi al bando dalle radio del Midwest perché considerati blasfemi…
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