Oggi Keith Jarrett compie 70 anni (il celebre pianista statunitense è nato l’8 maggio 1945 ad Allentown) e la sua etichetta ECM per festeggiarlo pubblica due nuovi dischi: uno di piano solo, “Creation”, e uno di musica classica dedicato ai compositori Samuel Barber e Béla Bartók. Il prossimo 18 maggio concerto di piano solo al Teatro San Carlo di Napoli, unica data italiana.
Keith Jarrett non aveva pubblicato simultaneamente un disco di musica classica e uno di improvvisazione jazz in quasi 25 anni: “The Vienna Concert” e “Shostakovich Preludes and Fugues” erano entrambi stati realizzati nel 1992. Oggi, per celebrare il suo settantesimo compleanno, la ECM Records di Manfred Eicher pubblica “Creation” e “Samuel Barber / Béla Bartók”.
“Creation” contiene musica selezionata da Keith Jarrett dai suoi concerti improvvisati di piano solo registrati nel 2014 in Giappone, Canada e in Europa.
Dove in passato i dischi di piano solo hanno mostrato il processo di improvvisazione nel corso di una singola serata, questa volta Jarrett rivela i momenti più significativi di sei concerti tenuti a Tokyo, Toronto, Parigi e Roma. Con questa uscita, Keith Jarrett ci fornisce il resoconto più aggiornato sulla sua musica creata in modo spontaneo.
“Samuel Barber / Béla Bartók” è il primo concerto di musica classica pubblicato dai dischi su Mozart del 1999. “Barber’s Piano Concerto op. 38” fu registrato nel 1984 con la Saarbrücken Radio Symphony Orchestra sotto la direzione di Dennis Russell Davies. “Bartók’s Piano Concerto No. 3” fu registrato nel 1985 con Kazuyoshi Akiyama e la New Japan Philharmonic.
Anche il New York Times ha elogiato il modo in cui Jarrett ha suonato Barber, e il lavoro su Bartók è stato già accolto in modo entusiasta in Giappone. Da questa registrazione è stato documentato anche un bis improvvisato (“Tokyo Encore”).
“Quando studiavo pianoforte durante la mia prima infanzia, avevo un insegnante che a un certo punto mi disse che pensava io avessi abbastanza talento per andare avanti seriamente con gli studi di musica classica, ma che dovevo scegliere solo uno strumento e concentrare tutte le mie energie su di esso. Io avevo anche suonato il violino per diversi anni e tornai a casa odiando questo insegnante per aver avuto un’idea così stupida. In aggiunta disse che dovevo smetterla di usare il pedale e che mi avrebbe voluto far suonare solo Bartók. Naturalmente lui sapeva esattamente quello di cui stava parlando (che io avrei saputo solo molto più tardi) ma gli dissi che avrei scelto il piano.” (Keith Jarrett, 2015)musicalnews.com
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