Le proposte di aiuto sono molte per affrontare lo stato di emergenza in Sardegna. Una in particolare e’ quella di Eugenio Finardi che, attraverso la sua pagina face book, ha lanciato l’idea di fare un disco completamente in sardo per raccogliere i fondi necessari che possano garantire la ricostruzione e il sostegno alle zone della Sardegna più colpite dall’alluvione del 18 Novembre 2013.
Il cantautore ha scritto inizialmente sul social network:
‘Piccola idea! E se tutti noi artisti che hanno cantato in lingua Sarda (Elio, Vecchioni, De André, etc…) chiedessimo la liberatoria alle nostre case discografiche per pubblicare un disco a favore delle popolazioni colpite dall’alluvione? Magari con Artisti della grande tradizione musicale Sarda? Se vi piace l’idea condividete questo post!’
Ha anche proposto, nei commenti, che i fondi raccolti vengano amministrati dagli stessi artisti, proprio per evitare le polemiche che accompagnarono la distribuzione dei soldi guadagnati con il cd “Amiche per l’Abruzzo” sostenuto da Laura Pausini.
Successivamente, ha dato gli aggiornamenti sulle prime adesioni:
‘ Piccolo e incompleto progress report sul progetto: Fino ad ora ho avuto l’adesione di Dori Ghezzi per utilizzare un brano di Fabrizio De André in lingua sarda, Roberto Vecchioni, Nomadi, Valerio Scanu, Alberto Bertoli per la liberatoria di “Spunta la luna dal monte” del papà Pierangelo e i Tazenda, Checco dei Modà, Istentales, e sto mettendomi in contatto con molti altri da Paolo Fresu a Cristiano De André, da Francesco Renga a Peter Gabriel a Marco Carta…
Ma saremo molti di più, generazioni e stili diversi per una sola causa.
Ce la faremo!’
Ci sono, insomma, i presupposti che il progetto si realizzi.
Roberto Vecchioni, profondamente scosso per quanto accaduto, ha scritto una bellissima lettera che riportiamo:
‘Negli occhi mi trascorrono prati, monti, volti, alcuni dei quali non vedrò mai più. Ho pianto, sinceramente pianto, come un bambino a cui han rapito il fratello per nasconderlo nel passato, lasciarlo a mezza strada tra i ricordi e l’impotenza. Mi lega a voi, alla Sardegna, non solo una cittadinanza formale, ma una ben più alta affinità elettiva di sentimenti e sensazioni: mi sento un sardo, sono un sardo.
Non è la terra di amici miei ad essere stata sconvolta, no, è la mia stessa terra.
C’è nella ricorrenza fatale, nel perdurare di questi disastri, quasi uno spregio, una incomprensibile sfida del destino contro il popolo che meno di tutti merita il dolore e la distruzione; ma d’altronde è nella sintassi stessa del vivere sardo essere soli contro tutti e tutto, vivere come “canne al vento”.
Vi abbraccio, vi abbraccio tutti in questo silenzio improvviso che risponde al tuono e alla morte: vi penso non come un eccezionale incontro, ma come la gente della mia vita a cui più assomiglio per volontà, dignità, senso morale.
Tra i miei ricordi trovo, per darci una sorta di consolazione, le parole bellissime tratte da un frammento del grande poeta greco Archiloco:
“Cuore, mio cuore sconvolto – in mezzo a pene senza fine tirati su – a petto in fuori aspetta l’assalto – dei nemici: stai ben fermo all’istante – dello scontro e se vinci non metter su – arie, se sei caduto non affliggerti – girando col muso per casa: no no – goditi i tuoi momenti di gioia e – affliggiti al dolore quanto basta, impara – la melodia, il ritmo della vita umana”.
Tornerò presto ma in verità da voi non sono mai partito, è come se fossi lì a dirvi, gridarvi, sussurrarvi “si ricomincia”, perché gli uomini sono troppo grandi per darla vinta al destino’.
GRAZIE AL PREZIOSO AIUTO DI MUSICALNWS.COM DI GIANCARLO PASSARELLA CHE SALUTO!
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