Ulteriori dettagli sul nuovo ‘Random Access Memories’ in uscita il prossimo 20 maggio. In un’intervista rilasciata al settimanale francese Le Nouvel Observateur, i Daft Punk ci spiegano passo per passo cosa c’è dietro alle 13 canzoni che andranno a comporre il disco:
01. Give Life Back To Music
“Uno degli obiettivi del disco era quello di trasmettere qualcosa di leggero ed elegante. Ed ecco John Robinson Jr. alla batteria, ispirato dall’album di Michael Jackson ‘Off The Wall’. La cosa fantastica di una prestazione come quella è l’infinità di possibili sfumature, qualcosa che non avevamo ancora realizzato con la programmazione elettronica… I dischi prodotti da Quincy Jones ci hanno sempre affascinato per la loro precisione, irraggiungibile da qualsiasi sorta di tecnologia. C’è, infatti, una piccola ma fondamentale differenza con ‘Thriller’ e ‘Bad’: in questi due album l’efficacia dei pezzi è ad un livello molto elevato, ma il risultato finale ha meno qualità, meno carattere rispetto al primo.”
02. The Game Of Love
“Cantiamo con un vocoder (dispositivo che codifica un segnale audio attraverso algoritmi trasformandolo in un suono più meccanico, ndr). In un’epoca in cui le voci sono elaborate per diventare “robotiche”, abbiamo trovato eccitante rendere la voce robotica più umana possibile. L’idea dell’intelligenza artificiale che si avvicina all’uomo… Un’emozione di qualcosa che non è umano, ma cerca di esserlo.”
03. Giorgio By Moroder
“Lo abbiamo incontrato diversi anni fa, per noi è sempre stato una figura mitica avvolta nel mistero. Tutta la sua vita è stata come un percorso musicale. L’idea ci è venuta grazie a un documentario basato su un’intervista che gli abbiamo fatto: la voce di Giorgio Moroder è stata registrata con più microfoni in tempi diversi, riuscendo così a realizzare circa tre ore di intervista nella quale racconta la sua vita da musicista. Questo pezzo è una metafora della libertà musicale: abbiamo sempre cercato di abbattere le barriere tra generi diversi, tra buono e cattivo gusto, tra cose connesse e disconnesse. Giorgio è un po’ un modello nel suo genere: è nato in una piccola città di provincia, ha iniziato a suonare nei saloni degli hotel, ha aperto i concerti di Johnny Hallyday, comiciando poi con il rock progressivo. A 72 anni, sentirgli dire “Ah, facevo già musica elettronica 40 anni fa” è affascinante.”
04. Within
“In questa traccia Gonzales suona il piano. E’ un amico e un grande musicista, attualmente uno dei migliori della sua generazione. ‘Within’ è una delle prime canzoni che abbiamo registrato. E’ molto minimal: piccola sezione ritmica, basso e pianoforte. Creare grandi cose con poco, questa è l’idea alla base del titolo.”
05. Instant Crush
“Canta Julian Casablancas degli Strokes. Siamo entrambi suoi fan, e avevamo scoperto che ci voleva incontrare. C’era la demo della canzone, è arrivato, l’ha ascoltata e ne è rimasto impressionato! Lui ha un dono. Noi, in fondo, amiamo il rock e il concetto di rockband, ma c’erano così tanti suoni forti che inserire una nuova voce risultava difficile. Recentemente, solo gli Strokes e gli MGMT hanno avuto successo in questa cosa. Julian ha un lato punk-rock, di forte impatto emotivo, che sembra fatto apposta per le sue melodie. E’ stato interessante realizzare questo tipo album, era importante sentirsi circondato dai nostri colleghi contemporanei.”
06. Lose Yourself To Dance
“Questo pezzo racchiude la definizione di quello che volevamo: fare un album e lavorare in modo semplice, con basso, batteria, chitarra e robot! Questo è l’opposto di una sovraproduzione. Il nostro sogno sarebbe rifare la musica dance con le percussioni… Fare in questo modo il disco ci ha dato enormi soddisfazioni, siamo orgogliosi del fatto che si tratti di una vera e propria batteria e non di un insieme di ritmi pre-registrati. Ci sono due batteristi sul disco: John Robinson Jr., che detiene il record per i “drumming” più registrati al mondo, e Omar Hakim, che ha iniziato suonando con Stevie Wonder 16 anni fa…”
07. Touch
“Questo brano è il punto cruciale dell’album. E’ il punto di partenza di tutto il disco, contenente l’incontro con Paul Williams, un ingegnere del suono che conosciamo. Ci ha fatti visita in studio. Da questo incontro è nato qualcosa di cinematografico, molto narrativo. ‘Touch’ definisce chiaramente l’aspetto psichedelico di ‘Random Access Memories’. Questo pezzo contiene 250 tracce, è il più complicato, il più pazzo.”
08. Get Lucky
In questa canzone canta Pharrel Williams: è stata una cosa naturale includerlo nel nostro album. Lui è un attore nato, completo, elegante. Non ha mai avuto la possibilità di dimostrare di essere un grande cantante, in modo da aggiungerlo al pantheon degli artisti leggendari. Non esiste una linea immaginaria che separa i grandi artisti del passato con gli artisti del presente, non è tutto peggio di prima… Con questo pezzo abbiamo voluto dare l’impressione di essere in studio come se fossimo dentro una capsula, isolati dal mondo: c’è chi può pensare che siamo rimasti nel 1978, ma la nostra idea era quella di portare questa musica dal presente al futuro, scoprendo cosa succede e vedendo se l’entusiasmo è contagioso.”
09. Beyond
“Un’altro pezzo realizzato con Paul Williams, che ha scritto i testi. Si tratta di una “super canzone cosmica”, dal testo molto poetico. Ne abbiamo parlato molto con Paul del senso di questo album, ne valeva la pena mettere le parole alle nostre idee.”
10. Motherboard
“Un pezzo futuristico, potrebbe essere dell’anno 4000…”
11. Fragments Of Time
“La nostra riunione con Todd Edwards (compositore, ndr), dai tempi di ‘Discovery’.”
12. Doin ‘It Right
“La voce angelica è quella di Panda Bear. Ci piace quello che sta facendo da solista, così come l’approccio alla musica del suo gruppo (Animal Collective, ndr). Questo pezzo, l’unico brano elettronico dell’album, è l’ultimo registrato. Il risultato è una sorta di rilassamento, a discapito del modello futuristico e contemporaneo”.
13. Contact
“E’ un pezzo realizzato con DJ Falcon, e i suoni registrati sono quelli della missione spaziale NASA Apollo 17. La voce è quella del Capitano Eugene Cernan, l’ultimo uomo ad aver camminato sulla luna. Il suono della sua voce sembra che provenga veramente dallo spazio, e quello che dice non ha bisogno di commenti…”
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