Ho titubato a lungo prima di accingermi a recensire questo album per vari motivi.
Il primo è che ancora sono artisticamente incredulo della scomparsa di Jon Lord (storico tastierista dei Deep Purple deceduto lo scorso 6 luglio 2012 alla London Clinic per un’embolia polmonare dopo una lunga lotta contro il tumore al pancreas di cui soffriva da circa un anno, ndr); il secondo perché non sopporto operazioni in cui vengono messe in secondo piano le capacità artistiche a dispetto di logiche di mercato, il terzo, prima di leggere, informarmi ed ascoltare, non capivo il perché di questa edizione del Concerto For Group And Orchestra, album live, già pubblicato nel 1969.
Il live del 1969 vede i Deep Pruple, (Ian Gillan, Roger Glover, Ritchie Blackmore, Ian Paice e ovviamente Jon Lord) affiancati dalla Royal Philharmonic Orchestra di Londra, fu incredibile per quei tempi e riuscì a dividere i fan della band britannica.
Procediamo con ordine partendo però dall’ultimo punto. Si tratta sì del Concerto For Group And Orchestra che in origine era uscito nel 1969 (cone dicevo), ma questa performance attuale del 2012 è quella giunta all’ultima versione… Jon Lord racconta che egli stesso si è trovato ad interpretare questo concerto moltissime volte, con varie orchestre e vari musicisti, in vari contesti ed in vari momenti della sua vita. Ogni situazione, ogni attimo diverso da quello precedente e di conseguenza l’esigenza di apportare modifiche più inerenti ad una maturazione concreta data dalla propria esperienza di vita.
E di certo anche gli interpreti dell’epoca non sono stati più adatti ad interpretare la versione di questo lavoro a quasi 50 anni dalla precedente pubblicazione.
Ed ecco comparire dei pezzi da novanta del panorama teatrale, blues, rock, metal di tutti i tempi. Il nuovo apporto dei chitarrasti Joe Bonamassa (bluesman eccezionale di infinita bravura), Steve Morse (attuale Deep Purple) e Darin Vasilev (talentuoso giovane musicista bulgaro); le voci di Kasia Laska (cantante ed attrice di musical, Peter Pan, Grease, Il Mago di Oz se devo proprio parlare di lei) Bruce Dickinson (frontman degli Iron Maiden), Steve Balsamo (cantante di opere teatrali: Jesus Christ Superstar degli anni ’90 e Notre Dame De Paris da citare per diritto di cronaca); la sezione ritmica affidata al bassista Guy Pratt (più facile dire con chi non abbia suonato, ma cito Pink Floyd, Madonna, Michael Jackson e David Gilmour su tutti) e Brett Morgan alla batteria (Greg Lake, George Harrison, Rod Stewart, Elton John, Sting e tantissimi altri). E l’orchestra direte voi? Sì, anche l’orchestra non più quella di Londra ma la Royal Liverpool Philharmonic Orchestra diretta da Paul Mann.
Quindi il mio primo dubbio svelato e risolto in maniera esemplare.
L’album era stato già pianificato da Jon Lord così come in accordo con l’etichetta, il lavoro era già ultimato prima della sua morte, di conseguenza nessuna trovata pubblicitaria spilla soldi, almeno per il momento. Per una volta l’etichetta discografica si è limitata a rispettare i termini del precedente accordo. Ma alla luce degli avvenimenti di luglio è lecito pensare che quest’album sia un vero e proprio al grande Jon Lord… Secondo punto risolto…
E veniamo all’ultimo punto che ad inizio ho posto come primo: Jon Lord. Ahimè la morte di Jon Lord ha lasciato un grande vuoto nelle storia della musica rock e la tristezza pensando alla sua scomparsa è continua amica. Un personaggio particolare, aggressivo con il suo organo hammond (la bestia da lui chiamato) durante i concerti dei Deep Purple, gentile, posato, ricco di cultura ed amabile nelle conversazioni.
In questa nuova versione di Concerto For Group And Orchestra la genialità di Jon Lord musicista viene ancor di più esaltata, il talento di un tempo si trasforma in piena maturità artistica. Il concerto è di certo modernizzato nei suoni e di questo me ne compiaccio, maggiore è la pulizia e maggiore la qualità delle sfumature; di certo modificato nella dinamica grazie anche all’alternarsi dei timbri delle voci e dei tocchi dei chitarristi. Poi il fulcro di tutto, ovvero, la profonda passione vissuta e offerta dalla visone stilistica e musicale di Jon Lord, genio dei nostri tempi, moderno creatore di stile e in possesso di rara e concreta freschezza.
Grazie Jon.
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