Udine, Villa Manin, 13 agosto 2012. Il concerto dei Foo Fighters a Codroipo è stato un sold out annunciato che ha visto ben oltre diecimila persone affollare la stupenda location sin da metà pomeriggio. Ad aprire la serata prima i Gaslight Anthem, gruppo spesso in Italia di recente che ha raccolto consensi ma non ha eccessivamente coinvolto i presenti (potremo dare un giudizio più completo sulla band dopo il loro tour autunnale come headliner), poi Bob Mould, se possibile ancora meno conosciuto dei Gaslight, vista l’età media relativamente bassa dei convenuti che non ha certo favorito l’ex leader dei seminali Hüsker Dü. Ma la classe non è acqua e Mould, che ha riproposto per intero il successo Copper Blue inciso vent’anni fa con gli Sugar, ha conquistato le prime file con un sound che ha influenzato generazioni, compreso Dave Grohl e la sua creatura.
Che i Foo Fighters dal vivo siano una macchina da guerra è cosa risaputa. Ma che la band dell’oramai rockstar del ventesimo secolo Grohl fosse diventata un ensemble talmente coinvolgente, comunicativa, affiatata e letale è notizia di cui gioire. Un’interazione assoluta col pubblico, che venera Dave e i suoi compagni e che vorrebbe non smettessero mai di suonare. Poteva sembrare un azzardo affermarlo prima di questa serata, ma le sensazioni di festa, di celebrazione, di condivisione del Rock duro nella sua forma più primordiale, aggressiva e incisiva sono state veramente molto vicine alle emozioni provate durante i concerti recenti di Springsteen. Nelle due ore e mezza abbondanti di hard rock hanno omaggiato anche le leggende Tom Petty (durante la cover di Breakdown, con Bob Mould sul palco tra l’altro) e Pink Floyd (In The Flesh con il favoloso batterista Taylor Hawkins anche nelle vesti di cantante), oltre a proporre i grandi classici con i quali i Foo Fighters si sono fatti conoscere e amare negli anni da un pubblico sempre più generalista, che con loro ha probabilmente scoperto le chitarre distorte e i ritmi sostenuti.
Momenti indimenticabili in apertura, con la doppietta White Limo e All My Life, due dei brani più feroci dei Nostri durante i quali Villa Manin ha visto il pubblico perdere la testa e saltare, pogare e gridare, come se non ci fosse un domani. Ovviamente le hits Everlong, My Hero e Best Of You hanno provocato i boati maggiori, mentre sono passate un po’ in sordina le ripescate Generator, Aurora e This Is A Call . Una serata di festa totale, che ha probabilmente sorpassato la pur ottima esibizione dello scorso anno al Rock In IdRho e ha ulteriormente convinto questa colossale band che ci sono poche platee al mondo così calde, appassionate e scatenate come quelle italiane. Successo assoluto.
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