DA CORRIERE.IT EDIZIONE BOLOGNA
La «guerra» dei rocker conosce la tregua
Vasco: «Liga, tieni pronta una chitarra»
I due potrebbero esibirsi insieme a Campovolo
L’invito di Ligabue: «Per me sarebbe il benvenuto»
BOLOGNA – Dopo piccoli e grandi dispetti, accuse e punzecchaiture al veleno, è scoppiata (forse) la pace tra Luciano Ligabue e Vasco Rossi. Da anni i due cantanti se ne dicono di tutti i colori, divisi dalla rivalità per ottenere lo scettro di «re dei rocker» della Penisola. A porgere il ramoscello d’ulivo è stato Luciano Ligabue, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera. Alla domanda sull’eventualità che Vasco partecipi al concerto di beneficenza per i terremotati (il 22 settembre a Campovolo) organizzato da Ligabue, il rocker di Correggio ha risposto: «Se (Vasco ndr) dovesse venire, dal mio punto di vista sarei solo contento. E per me sarebbe il benvenuto».
LA RISPOSTA DEL BLASCO – La risposta del Blasco non si è fatta attendere: «Caro giovane Liga, non prendo impegni a lungo termine…ma tu tieni pronta una chitarra… Vasco Rossi». Il messaggio è apparso sul profilo facebook che il cantante di Zocca utilizza senza parsimonia per comunicare con i fan, esternare malumori (nel mirino, di recente, è finito il suo storico, ormai ex chitarrista, Maurizio Solieri), sfogare gioie e dispiaceri.
I COMMENTI DEI FAN – Sul sito facebook di Vasco si sono scatenate le reazioni dei fan. La maggior parte dei quali esultano all’idea del duetto. «Grande! Io morirei per un connubio così!», scrive Debora. «Sarebbe stupendo vedere due esplosioni così grandi assieme», dice Margherita. «Liga è Liga», aggiunge Maria Elena. Ma i fan duri e puri sconsigliano Vasco dal disseppellire l’ascia di guerra. «Non confondiamo la lana con la seta!», è uno dei commenti più teneri. Ne seguono altri decisamente coloriti.
LE ORIGINI DELLA RIVALITA’ – La rivalità tra Vasco e Ligabue è di antica data. Secondo la voce più ricorrente, i due non si sarebbero mai particolarmente amati, ma l’inimicizia sarebbe esplosa nel 1999, subito dopo la morte (per overdose) del chitarrista di Vasco Massimo Riva, che accompagnava Vasco sin dall’inizio della carriera e con il quale aveva diviso l’ascesa, la fama e gli eccessi. Ligabue, allora, commentò così la scomparsa di Riva: «Per i musicisti rock c’è ancora oggi l’alibi dello scotto da pagare per fare musica. Perciò, secondo il galateo della perfetta rockstar, io che non mi drogo sarei fuori target». Parole che Vasco non gradì. E non fece nulla per nasconderlo: «È morto un amico – rispose – e invece del silenzio c’è chi, per accrescere la propria credibilità, ha scelto di speculare lanciando anzitempo inutili messaggi moralizzatori». Il Liga cercò di rimediare: «Chiedo scusa a Vasco e a chi sta vivendo il lutto per la scomparsa di Massimo Riva. Non sono stato sufficientemente scafato da immaginare che qualcuno potesse speculare sulla morte di un musicista, imbastendo polemiche di bassa lega». Fu tutto inutile.
GLI ATTACCHI DELL’ANNO SCORSO – I picchi più alti, da allora, sono stati raggiunti l’anno scorso. Ad aprile del 2011 sul profilo facebook di Vasco apparve il seguente messaggio: «Caro Liga, quando avrai scritto anche tu quasi 200 canzoni e avrai pubblicato 16 album inediti potrai essere messo sul mio stesso piano. Devi mangiare ancora un po’ di polenta prima di poterti confrontare con me». La nota si chiudeva con un invito ironico: «L’unica sfida che accetto è un duello all’ultimo s-a-ound, la mattina all’alba, dietro il convento delle Carmelitane Scalze. Lascio a te la scelta delle armi. Ricorda che io sparo solo al cuore». L’ufficio stampa di Vasco si affrettò a smentire la paternità di quel post. Ma ad agosto il rocker di Zocca rincarò la dose: «Ligabue? Penso che sia un bicchiere di talento in un mare di presunzione». Sono attesi sviluppi. E non è detto che l’ascia di guerra sia sepolta per sempre.
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