Per quanto ci si sforzi non è mai stato semplice capire cosa passi per la testa a Billy Corgan. Considerata una delle menti più fervide e scostanti del rock anni Novanta, Corgan ha finito per dilapidare nel decennio successivo quasi tutta la credibilità guadagnata in precedenza, tanto che il ritorno in compagnia del solo Jimmy Chamberlain di qualche anno fa venne visto come il patetico tentativo di tornare a far parlare di sé attraverso un moniker che, per milioni di persone, continuava a rappresentare molto più di un semplice ricordo sbiadito.
Oggi che della formazione originale non rimane più alcuna traccia, paradossalmente, si tornano a sentire echi di un passato ancora ingombrante, ma pienamente interiorizzato: forse Oceania non sarà il miglior album degli Smashing Pumpkins come invece sostiene da mesi l’eccentrico leader, ma di certo è la cosa migliore partorita da Corgan dai tempi di Adore. È vero, talvolta i testi dell’autore di Today possono risultare poco chiari e la sensazione è che più di un brano avrebbe potuto essere escluso dalla tracklist finale, ma è bello ritrovare quel senso di incompiutezza e di imperfezione che da sempre rende gli album della band americana così affascinanti e sfuggenti.
NOTA PERSONALE , convengo! Metterei questo disco subito a ridosso del capolavoro “Mellon Collie….”
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