Gianni Poglio ci racconta il nuovo album di Bruce Springsteen. Grande intensità e cuore ma anche rabbia e frustrazione. Un disco praticamente perfetto.
I grandi album sono tali al primo ascolto.
Il tempo serve solo a mettere a fuoco le sfumature, i dettagli.
Ecco, il primo ascolto filato di Wrecking Ball dice che il Boss un cd così non lo faceva da tempo.
Non è una questione di suoni o di stile, ma di intensità e di cuore. E, in questo caso, anche di rabbia e frustrazione per la situazione di molti, troppi, suoi concittadini della working class, trascinati in una vita impossibile dalla crisi economica. Bruce entra nelle loro vite e le racconta al mondo. Come sa fare solo lui, utilizzando al meglio il linguaggio e le note della musica con cui è cresciuto: il rock’n’roll.
“We take care of our own” ha la forza di un inno, una canzone per fare squadra, come recita il testo: “Ce la caviamo da soli, ci aiutiamo fra noi, dovunque sventola questa bandiera ce la facciamo tutti insieme”.
“Easy Money” è l’anima country folk-rock del Boss, la canzone dei soldi facili, quelli che la signora protagonista del brano va a cercare in città con una Smith & Wesson calibro 38.
“Shackled and drawn” va sempre nella direzione della contaminazione tra folk e rock e ha pure l’andamento di una gioiosa ballata, ma le parole dicono che non c’è niente da ridere: «E’ tutto facile e liscio sulla collina del banchiere, sulla collina del banchiere continua la festa e noi quaggiù legati e incatenati».
“Jack of all trades” è una splendida ballata con un andamento da marcia che sottolinea i passaggi più belli del testo: “Ti taglio il prato, ti tolgo le foglie dallo scarico… So fare tutti i mestieri, amore ce la caveremo“.
“Death To my Hometown”: è ancora l’anima folk di Bruce Springsteen la protagonista di un pezzo corale di grandissimo impatto: “Ci hanno distrutto le famiglie, le fabbriche e ci hanno preso la casa, hanno abbandonato i nostri corpi sulla pianura”.
“This depression”: più che una canzone una preghiera d’amore dall’incedere lento e sofferto. Uno dei picchi del disco: «Questa è la mia confessione, ho bisogno del tuo cuore in questa depressione».
“Wrecking Ball”: presentata nel Working on a dream tour, la title track ha il respiro e l’atmosfera del grande classico.
“You’ve got it”: forse il momento più soft dell’intero disco. Tra blues e gospel, un brano senza tempo che sembra arrivare da lontano, da molto lontano. Ovvero dalla migliore tradizione musicale americana.
“Rocky ground”: la canzone più sorprendente e ambiziosa dell’album. “Usa i muscoli e la mente meglio che puoi… Il resto lo fa il Signore” canta il Boss immerso nelle atmosfere gospel di un pezzo che ha anche una parte rap ben interpretata dalla vocalist Michelle Moore.
“Land of hope and dreams”: la nuova “Thunder Road”, un brano americano al 100%, un must per il prossimo spettacolo live. C’è pure l’indimenticabile sax di Clarence Clemons, l’unica cosa che manca a un disco praticamente perfetto.
“We are alive”: quando il Boss incontra lo spirito autentico di Johnny Cash nasce una canzone così. “Siamo vivi, siamo vivi” ripete il Boss. E ogni riferimento a lui e agli amici E Street Band non è puramente casuale.
gianni.poglio PANORAMA
Sabato 3 Marzo 2012
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