1.) LET’S ROLL JUST LIKE WE USED TO
“Abbiamo sempre cominciato i nostri album con un botto. ‘Club Foot’, ‘Empire’, ‘Underdog’. Stavolta volevamo qualcosa di diverso. E’ un pezzo un po’ folle. Con un’atmosfera ripetitiva e salmodiante, in stile ‘La montagna sacra’ (il film di culto del 1973 diretto da Alejandro Jodorowsky). Tutti gli album che sono diventati dei classici ti risucchiano nei solchi fin dall’inizio, e questo è ciò che fa ‘Let’s roll’. Il testo parla di me e Tom da ragazzi, mentre scorrazziamo in giro alla ricerca di E.T. L’abbiamo messa li per farvi pensare ‘cavolo, cosa sta per succedere?’. Ti fa entrare in una realtà differente”.
2.) DAYS ARE FORGOTTEN
“E’ il tipo di canzone che suonerà benissimo su una radio gracchiante. Il testo è ispirato a MC hip-hop come Doom e Gift Of Gab. Mi piace quel loro approccio integralista da ‘eccoci qui, e se non vi piacciamo andate a farvi fottere’. In ‘Days’ esponiamo le nostre ragioni. C’è una strofa che dice ‘Chiamami pure un cliché/Quanto hai ragione’. Posso essere un cliché del rock’n’roll ma ne vado fiero”.
3.) GOODBYE KISS
“Non avevo mai scritto una canzone così prima d’ora. Da molto tempo avevo quella bella melodia nel cassetto e non sapevo cosa farne. Ha un feeling alla Phil Spector, o alla Burt Bacharach. Parla di una storia d’amore autodistruttiva: di quelle che per un po’ vanno bene, ma che si sa che non potrà durare se non si vuole che qualcuno faccia una brutta fine. La voce di Tom, qui, è fantastica. E’ una canzone da cantare a tarda notte, abbracciato ai tuoi amici”.
4.) LA FEE VERTE
“E’ un pezzo psichedelico che parla di quei momenti in cui ti guardi intorno, cominci a pensare che il sogno è finito e l’unica cosa che ti resta da fare è tirar fuori l’assenzio e incamminarti verso l’oblio. X Factor, il culto della celebrità. I cagnolini da borsetta. Ci sono riferimenti testuali a qualche persona reale: a Noel Fielding, per dirne uno”.
5.) VELOCIRAPTOR!
“E’ la conclusione naturale della prima metà dell’album. Il momento giusto per girare il disco sull’altra facciata. Musicalmente, è come se fosse il fratello maggiore di ‘Vlad The Impaler’. Una scarica di adrenalina che vuole rappresentare quella forza spaventosa che ti schiaccia, qualunque essa sia. Quella sensazione di essere inseguiti”.
6.) ACID TURKISH BATH (SHELTER FROM THE STORM)
“All’inizio c’è un’invocazione nativo-americana, e l’atmosfera è alla ‘Immigrant song’. Per accompagnare la melodia abbiamo ricercato quel tipico suono fragoroso di batteria alla John Bonham. E’ un pezzo massiccio, che calpesta tutto quel che si trova di fronte. Volevamo riprodurre quel tipico scricchiolio che senti nei vecchi dischi di psichedelia turca, aggressivi e a tutto volume”.
7.) I HEAR VOICES
“L’ispirazione è arrivata una sera in un club di Parigi ascoltando un pezzo dei Daft Punk. Avevo in mente questo riff che mi ricordava i miei giorni da raver. Parla del ritrovarsi in un club molto esclusivo, pieno di ricconi e di gente ingioiellata, mentre guardi l’orologio e senti un po’ la nostalgia di casa. Un sentimento puro e semplice nel bel mezzo del marasma”.
8.) RE-WIRED
“Un gran pezzo. Inizia con un groove disco alla Stones e poi si serra in questo ritornello che quasi ricorda i Nirvana. La frase ‘All this blood and glitter’ è un riferimento al titolo della mostra fotografica di Mick Rock, mi è sembrata una bellissima immagine. L’abbiamo perfezionata durante le prove. Quando entra il ritornello, l’ascoltatore viene proiettato in un’altra dimensione”.
9.) MAN OF SIMPLE PLEASURES
“Questa è una canzone davvero semplice. Solo chitarra, basso e batteria. Tradizionale e perfetta, anche se in un modo abbastanza strano. Ha un’atmosfera un po’ bluesy e un po’ country. Se conosci la band o ci frequenti ne cogli il senso. Se vieni a far bisboccia a casa mia ti becchi sempre un po’ di Roy Orbison, capisci che voglio dire?”
10.) SWITCHBLADE SMILES
“Questi sono i Kasabian a briglia sciolta. Il titolo prende ispirazione da un’intervista in cui Morgan Freeman descriveva qualche sua conoscenza dicendo che aveva un sorriso che assomiglia a un coltello a serramanico. So esattamente che cosa volesse dire. Stava parlando di una di quelle persone dall’apparenza piuttosto amichevole ma che sotto sotto, lo capisci, nascondono un’anima da vero bastardo. La canzone cattura quel senso di tensione, il non sapere che cosa stia per succedere”.
11.) NEON NOON
“L’ispirazione è arrivata a New York, sentendo ‘Wish You Were Here’ dei Pink Floyd alla radio. ‘Neon Noon’ ha qualcosa di quell’atmosfera, con in più un po’ di moderna electro: chitarre acustiche e Chemical Brothers, e un testo che parla di scheletri nel deserto sotto un cielo al neon (ride). Un po’ di Tangerine Dream, anche. Mi stupisce che, parlando di quel che facciamo, certe persone ci affibbino ancora l’etichetta di ‘Lad Rock’, di rock un po’ tamarro. Li fa sembrare stupidi, perché è ovvio che non stanno ascoltando sul serio la nostra musica”.
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