DISCO DELLA SETTIMANA PER DEL ROCK

In The Current Climate
Sarah Gillespie
Casa discografica: Pastiche-Egea
Anno: 2011
Scommetto qualcosa su questa splendida cantante e non solo perché il mio amico Robert Wyatt la ama e la stima, decantando quelle che non trova “soltanto belle canzoni ma musica completamente originale”.

Sarah è nata a Londra da madre americana e padre britannico, a quattro anni già suonava il piano, a 15 ha scelto la chitarra. Ha un diploma in cinema e letteratura e una laurea in filosofia ma è la musica la sua amica particolare, che corteggia con testi pungenti e dolci onde di voce e chitarra. Ha suonato negli Over The Rhine ma ha trovato la sua strada come solista, quando una sera, di spalla ai Blockheads, è stata notata da Gilad Atzmon, che l’ha presa sotto l’ala protettrice. Ha voluto produrre il suo esordio su CD (Stalking Juliet, 2009) e ora l’accompagna in quest’opera seconda, con l’aiuto del contrabbassista e violoncellista Ben Bastin e del batterista Enzo Zirilli.

Gillespie non è solo cantante e chitarrista, dipinge anche, scrive poesie, è un’attivista politica, e tutto questo finisce nel ribollente crogiolo dei testi. Quando però prende il microfono e veste quei pensieri, accade una magica trasmutazione: l’urgenza ribelle si quieta, lo sguardo si fa nitido e acuto, la musica sgorga con la serena grazia di suoni acustici appena lambiti dall’elettronica. Sarah sogna, si inebria, si strugge, con una voce cangiante sulle piste di Marianne Faithfull, Suzanne Vega, Joni Mitchell; e mentre apprezzi la dolce naturalezza e la benedetta assenza di birignao, Atzmon tratteggia paesaggi esotici, con una fisarmonica da finestre aperte al vento del Mediterraneo e un clarinetto che gioca e punge volando dai Balcani alla Palestina.

Ma anche se i confini sono aperti, siamo pur sempre in Gran Bretagna ed è solo vero che “questa musica è il riflesso sonoro delle strade di Londra oggi, un melting pot di folk urbano su cui Sarah Gillespie ha impresso il timbro dei suoi testi che intrecciano le chiacchiere del quotidiano e cruda poesia”.