Il 30 aprile del 2012 Boy George ha promesso di riunire i Culture Club, nel trentennale dall’esordio del gruppo con il singolo White Boy. Prima di rispolverare la memoria di quel mito pop Ottanta, il mutaforme vede bene di tornare su disco, proponendo una raccolta di tracce risalenti allo scorso decennio che erano stato abbozzate e mai finite, oggi mixate e prodotte dall’amico e collaboratore Kinky Roland – come è ben riportato dal sottotitolo: The Kinky Roland Files.
Il lavoro attraversa un sentire pseudobalearico, con altalenante positività negli arrangiamenti e nella voce dello stesso George. Tra le tracce che spiccano c’è l’omaggio a Barack Obama (Yes We Can è un singolo dance pop che va via leggero nella miglior tradizione pop UK), la mid-trance Novanta di Amazing Grace e il ricordo Ottanta in Time Machine. Nostalgie a parte, il disco scivola in seguito su una facile commerciabilità che distanzia il potenziale dell’ex Karma Chameleon dal buon risultato, sicuramente ottenibile.
Un ritorno che non stupisce, confermando la presenza di un drago del suono pop di sempre declinato in centinaia di compilation, feste, remix, sballi, storie d’amore e lacrime. Attendiamo che trovi un manager in grado di fare emergere ancora una volta il suo stile, intriso di soul e coolness (Mark Ronson,ce la puoi fare). Alla prossima, George.
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