JANELLE MONAE
The ArchAndroid World Tour / Melkweg – Amsterdam 21.02.2011
01. SUITE II OVERTURE
02. DANCE OR DIE
03. FASTER
04. LOCKED INSIDE
05. SMILE
06. SINCERELY, JANE
07. WONDALAND
08. MUSHROOMS & ROSES
09. NEON GUMBO
10. OH MAKER
11. COLD WAR
12. TIGHTROPE
–
13. COME ALIVE (WAR OF THE ROSES)
Un’ologramma. A circa meta’ concerto, non so come, un’immagine entra nella mia testa per non lasciarla piu’. Il futuro degli ologrammi, un futuro predetto, ma sinora mai avverato, arriva ad una tappa fondamentale grazie a Janelle Monae. E’ lei stessa una sintesi, cosi’ unica da sembrare computerizzata. Si presenta come un’androide in fuga nelle immagini che scivolano sull’introduzione di Suite II Overture, poi appare in mezzo ad altre figure incappucciate per dare il via allo show sulle note di Dance or Die (‘…because tonight, you’ll dance or die’). Rivelatasi, conquista immediatamente un Melkweg sold out da tempo: coinvolgente in Faster, suadente in Locked Inside. Mentre canta, balla, accenna a coreografie e la band fa il suo entusiasta dovere ecco apparire l’insinuazione… o meglio la sintesi del mondo di Janelle. Come se l’androide in questione avesse ricevuto in upload tutta la musica suonata prima del suo show, dal Bowie di Ziggy Stardust al Sinatra di New York, New York passando per soul, hip hop e elettronica. Una volta acquisita, eccola reinterpretata con piglio da star e umilta’ da professionista, il cyborg 57821 restituito alla vita come nel suo primo ipertrofico videoclip Many Moons. Ecco un’ipotesi per applicazioni future, quando si potra’ non solo ascoltare musica, ma vedersela replicata in tre dimensioni: oltre l’immaginazione di George Lucas in THX 1138 avremo proiezioni di fronte a noi, ma potremo anche personalizzarle. O addirittura reinterpretarle alla luce del nostro player virtuale. Chi altri risulterebbe mischiando una playlist che assomiglia alla colonna sonora di una visione (The ArchAndroid) tramutata in un racconto futuristico se non Janelle. Voce e performance che sfiorano la perfezione, come pure il suo atteggiamento sul palco: l’acconciatura che proprio non vuol stare al suo posto ne accentua l’umanita’ mentre una spiccata ironia appare anche nei brani piu’ classici come Smile (cover di un brano di Charlie Chaplin, qui in un duetto voce e chitarra), Oh Maker o Wondaland.
Sincerely Jane (in maschera, con allusioni dark) del suo primo ep Metropolis spiazza piacevolmente il pubblico, prima che Mushroom and Roses trasformi la sua lunga coda psichedelica in Neon Gumbo.
Janelle si diletta con la pittura a centro palco, camicia bianca e cravattino, pantaloni neri ideali per la sua attitudine al danzare e per alludere ad una divisa di scena androgina come il personaggio che si diverte ad interpretare.
Lo show sale inevitabilmente di tono nelle battute finali, riapre le danze Cold War ibernata dagli anni ottanta ed incredibilmente iconica grazie ad una interpretazione emozionante che esalta l’audience. Neanche un attimo di sosta e Tightrope segna la definitiva trasformazione del concerto in party, con una pioggia di palloncini bianchi e neri, semplice, ma splendido contrappunto al ritmo del pezzo. Janelle si scatena come il pubblico delle prime file, poi bussa delicatamente alle porte del mito James Brown, con tanto di mantello e finale rimandato a forza di ‘one more time for the tightrope’. Scrosciano applausi, tutti per quel concentrato di talento che e’ sul palco. La Monae all’album d’esordio ha creato uno show potenzialmente straordinario, per ora realizzato solo su piccola scala. La sicurezza con cui calca la scena e’ fenomenale, quanto la sua voce e la consapevolezza di un nascente, ma gia’ pronunciato carisma. E tutto questo con un innegabile divertimento: Come Alive (War of the Roses) si allunga ad una decina di minuti, con Janelle, band, comparse e ballerini ad inscenare una sorta di notte dei morti viventi dei cyborg prima dell’accelerazione finale che conclude maestosamente il concerto.
VIDEO
Sincerely Jane
Wondaland
Cold War
Tightrope
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PERFETTO COME SEMPRE B16!
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