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B16 said in Febbraio 20th, 2011 at 15:17

un paese per vecchioni… lamped and hum? eh eh… recensione live national in arrivo…

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buzz said in Febbraio 20th, 2011 at 15:39

ottimo, attendo con trepidazione,sentiti radiohead?

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B16 said in Febbraio 20th, 2011 at 16:26

THE NATIONAL
High Violet World Tour / Cross Linx Festival
Vredenburg Leidsche Rijn – Utrecht 17.02.2011

01. RUNAWAY
02. ANYONE’S GHOST
03. SECRET MEETING
04. BLOODBUZZ OHIO
05. SLOW SHOW
06. SQUALOR VICTORIA
07. AFRAID OF EVERYONE
08. CONVERSATION 16
09. LITTLE FAITH
10. AVAILABLE
11. CARDINAL SONG
12. ALL THE WINE
13. APARTMENT STORY
14. SORROW
15. ABEL
16. ENGLAND
17. FAKE EMPIRE

18. WASP NEST
19. MR. NOVEMBER
20. ABOUT TODAY
21. TERRIBLE LOVE

I National ritornano in Olanda per quattro date una dopo l’altra, da Utrecht a Rotterdam via Eindhoven e Groningen, per il Cross Linx Festival, vero e proprio incrocio di suoni e performance. Le band invitate a partecipare per questa edizione curata dal chitarrista dei National Bryce Dessner occupano quasi militarmente il Vredenburg Leidsche Rijn tanto che risulta quasi impossibile passeggiare all’interno della costruzione senza incontrare concerti, dislocati nella grande sala d’ingresso, nei foyer, nel padiglione d’appoggio ed anche in corridoi e solai…
Poco piu’ di un’ora prima del main event Sharon Van Etten accoglie e scalda i nuovi arrivati con la sua voce, Owen Pallett fa registare una coda infinita per il suo show ed il folk blues distorto di Buke & Gass provvede all’intrattenimento mentre il set dei National viene rapidamente montato alle spalle del duo.
Quando la band originaria di Cincinnati sale sul palco il pubblico risponde con entusiasmo: inizio introspettivo con Runaway che trasporta da subito gli spettatori in un intimo e sofferto rendezvous, non una ballata, ma una confessione. Lo schermo alle spalle del gruppo gioca con immagini catturate live e meditate inquadrature low fi tra natura e archeologia industriale. La batteria di Bryan Devendorf sale in cattedra a partire da Anyone’s ghost, una presenza sicura e spettacolare, vitale per il suono dei National. I suoi incisi in Bloodbuzz Ohio, magnifica e potentissima, valgono tanto quanto le distorsioni indiavolate delle chitarre dei gemelli Dessner e del fratello di Bryan, Scott: la ‘ripartenza’ finale del brano e’ da antologia, i National appaiono in stato di grazia. Matt Berninger alla voce sembra faticare a contenere l’emozione: controllato durante il cantato, il suo deambulare nervoso sui crescendo della band si conclude spesso con la distruzione dell’asta del microfono o del microfono stesso, lanciato piu’ volte o lasciato cadere al culmine di climax di indubbia efficacia. E’ la sua traduzione fisica del suono del gruppo, sempre pronto ad esplodere anche nelle tracce piu’ rilassate come Secret Meeting o Slow Show, il cui romantico incedere abbatte ogni resistenza (‘You know I dreamed about you for twenty-nine years before I saw you You know I dreamed about you I missed you for for twenty-nine years…’).
Ancora Devendorf a dettare il tempo in modo magistrale, le pelli percosse in Squalor Victoria fanno scattare un battimani ritmico che non abbandonera’ piu’ la band sino alla fine dello show: Matt conclude alla sua maniera uno dei brani portanti di Boxer lanciando le prime – viscerali – urla della serata e facendo intendere d’essere in piena forma.
L’audience e’ definitivamente conquistato dal terzetto di brani di High Violet che conclude la prima meta’ della performance: Afraid of Everyone e’ un gioiello trascinante la cui carica e’ aumentata esponenzialmente dalle percussioni e dal coro finale, Conversation 16 e Little Faith irretiscono con immersioni pop venate d’elettricita’ restituendo l’immagine di una band perfettamente a suo agio on stage.
‘This is the end of cheerful side of the show’ abbozza Matt prima che la band attacchi Available, il cui ritmo dettato dalle chitarre si fonde nelle battute finali con Cardinal Song: esecuzione rovente, Berninger passa dal basso di ‘You..just..made yourself available’ all’alto, sbilanciato e raschiato finale di ‘Why did you dress me down and liquor me up’ in un tripudio di distorsioni.
All the wine nella sua semplicita’ e’ un piacere a cui la band non rinuncia, prima di regalare alla platea ‘another classic’ (parola di Bryce) come Apartment Story (da Boxer), uno di quei pezzi in grado di rinsaldare ancor piu’ il legame tra pubblico e band: le ultime scosse della prima parte del set arrivano da Sorrow (avvolta dai feedback, surriscaldata e nervosa) e dalla pirotecnica Abel, innervata dai cori (‘My mind is not right’) e dalle violente sferzate dei Dessner.
Chiusura con altri due brani gemelli, prima England e poi Fake Empire, entrambi emozionanti esempi di come i National abbiano superato ogni aspettativa, divenendo anno dopo anno una delle realta’ piu’ interessanti del panorama rock internazionale per capacita’ compositiva, profondita’ e live attitude. Il pubblico s’abbandona a battimani e cori, completamente nelle mani del gruppo che dopo un breve intervallo rientra acclamatissimo con un brano inatteso, Wasp Nest (da Cherry Tree), tutto giocato sul languido intreccio delle chitarre e ispirato alla madre di Bryce… che lo ammette con compiaciuto imbarazzo (un imbarazzo latente, sottolineato anche dall’intervento abrasivo di Matt che fa riferimento al lato ‘dope sick’ del pezzo prima di rendersi conto che forse era una battuta da backstage e non da palco e di scusarsi con il compagno di band…).
Una scossa d’adrenalina arriva da Mr. November (da Alligator), sporca e cattiva nel testo quanto nell’arrangiamento (‘I wish that I believed in fate I wish I didn’t sleep so late I used to be carried in the arms of cheerleaders… I won’t fuck us over, I’m Mr. November I’m Mr. November, I won’t fuck us over…I’m Mr. November’), un paradigma dello stile dei National: parole disilluse, di una confortante disperazione sorrette da incisi noise e trame di batteria che vanno a costituire molto piu’ dell’ossatura ritmica del pezzo, l’eccezionalita’di Devendorf permette anzi di farne l’aspetto peculiare e piu’ interessante del sound del gruppo.
Altro elemento chiave e’ la presenza dal vivo di due elementi aggiunti, impegnati il piu’ delle volte ai fiati, a completare l’impatto negli anni sempre piu’ stratificato della band: tracce come Fake Empire, Bloodbuzz Ohio, Afraid of Everyone, Squalor Victoria, Slow Show, Conversation 16 trovano cosi’ nella dimensione live la propria definitiva forma e consacrazione.
Spazio poi per una commovente About Today (chiamarla ‘crowd pleaser’ e’ un eufemismo…) e gran finale con Terrible Love, band sempre piu’ su di giri, impianto ritmico superlativo e annichilente, Matt a spasso per le prime file, poi sempre piu’ in alto sino all’ultima poltrona del Vredenburg con il resto dei National, impegnati al massimo, a guardarlo dal palco. La sua figura in piedi sui posti a sedere, tra qualche centinaio di teste esterrefatte e il rosso delle luci di fondo vale un’epica conclusione di show con l‘’It takes an ocean not to break’ che termina il brano a riecheggiare per tutta la sala e Berninger e il pubblico come una sola voce uniti in un caloroso abbraccio.

BLOODBUZZ OHIO
http://www.youtube.com/watch?v=GmeZQXHUSl8

AFRAID OF EVERYONE (EXC)
http://www.youtube.com/watch?v=Gqx8-pUVSh8

ENGLAND
http://www.youtube.com/watch?v=e5hddGATVbg

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Generale Lee said in Febbraio 20th, 2011 at 16:46

VECCHIONI SICURAMENTE MENO PEGGIO DI TANTI ALTRI….HO VISTO ANCHE UN SUO BEL CONCERTO ALLO SMERALDO QUALCHE ANNO FA…..DIVERSE CANZONI MI PIACCIONO MOLTO….

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buzzandmusic said in Febbraio 20th, 2011 at 16:51

VECCHIONI SI, CRUS MA PAREVA UNA TRIBUNA POLITICA O IL FESTIVAL DI VENEZIA……PER FORTUNA E’ FINITO! SENTITI RADIOHEAD……

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Generale Lee said in Febbraio 20th, 2011 at 17:00

NO NON ANCORA SOLO IL VIDEO CHE AVETE POSTATO QUI…….SE ARRIVANO IN ITALIA CI ANDIAMO INSIEME….

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B16 said in Febbraio 20th, 2011 at 17:10

…ai radiohead darei un 6,5… giusto per simpatia, a un altro con album cosi’ 6- ….! ma si dai se la cavano, stanno raschiando il fondo del barile…

ovviamente scherzo, per me e’ l’ennesimo capolavoro, la loro ottava meraviglia… traccia preferita al momento: FERAL!

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buzzandmusic said in Febbraio 20th, 2011 at 17:35

ok generale , a me piacciono tutte ma il basso in dub e’ da urlo….

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