Grateful Dead
Voto utenti: 5 STELLE
Casa discografica: Greatful Dead
Anno: 2010
Dal dizionario 24.000 dischi
Grateful Dead
Seduti su una pila di nastri alta più della piramide di Cheope, gli archivisti dei Grateful Dead continuano a stupire con splendidi lavori di ricerca e restauro. Dopo anni di onorato servizio è stata pensionata la serie “Dick’s Picks”, sostituita con una nuova collana, “Road Trips”, che spazia anch’essa da una parte all’altra della storia rock. Questo è il volume 4 e ci porta nei dintorni di Woodstock, giusto tre mesi prima ma da un’altra parte d’America, in Florida.
La precisazione è d’obbligo perché proprio da quelle parti, a Miami, i Doors tennero il 1 marzo 1969 il famigerato concerto in cui Jim Morrison venne accusato di avere compiuto atti osceni in pubblico, estraendo in scena il suo mojo lizard. Il risultato fu che impresari e opinione pubblica si indignarono e per un po’ da quelle parti il rock venne bandito, temendo altri incidenti del genere e scomunicando la nuova musica come “arte demoniaca”. Per reagire al clima di caccia alle streghe, alcuni rocker di buona volontà organizzarono a maggio un festival di tre giorni in una riserva Seminole, mettendosi sotto la protezione dei Nativi americani e sfruttando la legislazione che impediva a polizia e autorità locali di intervenire.
I nastri di questo pregevole triplo vengono da lì, da un accurato montaggio dei momenti migliori a ricostruire un tipico, generoso, esaltato Dead show nella stagione tra Aoxomoxoa (appena uscito) e il leggendario Live Dead (ancora da registrare). Brani lunghi, ora torpidi ora vibranti, con il trad di He Was A Friend Of Mine, il blues di Death Don’t Have No Mercy, il folk rock di Morning Dew ma soprattutto gli originali della band in un cruciale periodo di crescita: Dark Star è nata da poco ma già brilla nel cielo Dead con la voce cherubina della chitarra di Garcia, incastonata in un diadema che diventerà il clou degli spettacoli, con St. Stephen e poi The Eleven e ancora Turn On Your Lovelight, il classico dei classici che per non sbagliare viene proposto qui in una doppia versione di 30 e 27 minuti.
Qualcuno ebbe la depravata idea di versare acido nel succo d’arancia offerto a tutti i partecipanti, mettendo in crisi più di un musicista ma non i Dead. Loro erano nati con gli Acid Test e da quel che si ascolta sapevano padroneggiare benissimo gli stati alterati della mente.
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