CURIOSANDO QUA E LA’ CON MR BERTONCELLI………..
Black Dub
Black Dub
Voto: tre stelle e mezzo
Casa discografica: Jive-Sony
Anno: 2010
Il 2010 è stato l’anno in cui Daniel Lanois ha cercato una identità nuova, uscendo dall’ambito di musicista delicato e minimale in cui si è felicemente acquattato per tre decenni; prima lo scompigliato disco con Neil Young, Le Noise, ora questo lavoro di gruppo realizzato con Brian Blade, Daryl Johnson e la cantante TrixieWhitley, figlia del compianto Chris. “Era un po’ che rimuginavo l’idea di metter su una band che mi permettesse di comporre musica con un approccio diverso e più vivace,” prova a spiegare l’Acadien con la consueta lucidità . Alle soglie dei sessant’anni, niente è più desiderabile di una nuova pelle con cui rinnovare i propri giochi.
L’album è quello che dice il titolo, un ragionato mix di black music e cultura dub giamaicana sul filo di un equilibrio sottile: non grezzo ma neanche tropporifinito, con aperture insolite per il Lanois che tutti conosciamo (e che forse abbiamo messo in gabbia) e pure rimandi al suo mondo trasognato, agli eterei paesaggi immaginari di cui è maestro. Così sullo schermo 3D dell’album scivolano brani marcatamente dub come I Believe In You o Silverado ma anche scherzi da music hall (Sing), strascicate ballate soul (Surely) e una canzone come Canaan che starebbe bene in bocca a Bono Vox o in un angolo di qualche album di Robbie Robertson.
Ci sono anche due strumentali, Lanois non ha perso il gusto; anche se il segno forte dell’album è la voce della ventiduenne Whitley, generosa e scomposta, una interessante promessa che però deve crescere.
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