I DISCHI DELL’ANNO DI INDIE-ROCK.IT
1. Arcade Fire – ‘The Suburbs’
“In ‘The Suburbs’ convivono in completa armonia disincanto post-moderno e innocente romanticismo, ed è proprio questo connubio a farne un opera esaltante”
2. National – ‘High Violet’
“Si presenta come un compendio delle abilità dei National di emozionare chi li ascolta. Utilizza tutte le sue armi a disposizione, dà tutto, si dilania, e ancora vi colpisce al cuore”
3. Beach House – ‘Teen Dream’
“Più che rigorosa attenzione richiede la volontà , il desiderio di lasciarsi trasportare tra calde, suggestive e colorate note, fluttuando leggiadri e spensierati come se catapultati in una dimensione altra, in un sogno vellutato, in un ricordo vago e soffuso”
4. Titus Andronicus – ‘The Monitor’
“Dobbiamo essere onesti, è difficile rimanere inerti di fronte alla devastante emozionalità di gran parte delle canzoni qui contenute”
5. Deerhunter – ‘Halcyon Digest’
“Un atto di coraggio, ma soprattutto di grande capacità di mettere in discussione ogni singola certezza dei generi di riferimento”
6. Jonsi – ‘Go’
“La gioia dell’ascolto permea ogni singolo istante e anche quando la velocità diminuisce e gli arrangiamenti si fanno più pomposi e avvolgenti, la sensazione di freschezza non viene meno”
7. No Age – ‘Everything In Between’
“‘Everything In Between’ è il disco pop dei No Age: le melodie si addolciscono, gli ingombranti feedback sono limitati a un numero minore di episodi, compaiono persino delle chitarre acustiche”
8. Caribou – ‘Swim’
“Un vortice di suoni, un enorme spazio fluttuante caratterizzato da un’attenzione maniacale per i dettagli”
9. Danger Mouse & Sparklehorse – ‘The Dark Night Of The Soul’
“La presenza di questo disco in questa classifica vuole essere un ideale omaggio a due artisti che durante quest’anno ci hanno tristemente lasciato: Mark Linkous e Vic Chesnutt, entrambi presenti in questo progetto ideato nel 2009 ma pubblicato nel 2010. In ogni caso, vi è a pieno titolo: dell’annata che sta per terminare certamente una delle migliori cose ascoltate”
10. Menomena – ‘Mines’
“Ascoltando ‘Mines’ ci si chiede davvero come sia possibile che i dischi di questo gruppo escano quasi in silenzio. Per l’ennesima volta, infatti, i Menomena confermano, se mai avessimo avuto qualche dubbio, di essere una delle realtà più convincenti dell’alt-rock moderno”
11. Woodpigeon – ‘Die Stadt Muzikanten’
“Per una serie di motivazioni decisamente folta e concreta quanto le canzoni presenti in quest’album, è tempo di includere anche i Woodpigeon nella lista dei grandi collettivi canadesi”
12. Joanna Newsom – ‘Have One On Me’
“Questo triplo album è migliore di ‘Ys’? Solo il tempo lo potrà dire, per ora possiamo solo affermare senza esitazioni che la Newsom ha fatto un altro disco semplicemente bello.”
13. Besnard Lakes – ‘The Besnard Lakes Are The Roaring Night’
“I Besnard Lakes sono maturati ulteriormente rispetto al precedente album, le loro voci potenti e la forza delle loro ambiziose e affascinanti canzoni ne sono una dimostrazione evidente.”
14. Indelicates – ‘Songs For Swinging Lovers’
“Un vero e proprio Bignami in fatto di personalità , consapevolezza e autenticità emotiva”
15. Black Keys – ‘Brothers’
“Dei puristi come Carney e Auerbah centrano l’obbiettivo di cesellare un suono non solo perfetto e distintivo, ma anche estremamente accattivante senza scendere a troppi compromessi”
16. Walkmen – ‘Lisbon’
“Uno dei pregi di questa band è la capacità di rinnovarsi ed evolvere intorno e dentro se stessa”
17. Chemical Brothers – ‘Further’
“Un disco che, pur senza inventare nulla, si può fregiare del merito di non annoiare quasi mai e di saper divertire con gusto e intelligenza. Spargete la voce: i Chemical Brothers sono tornati”
18. Frightened Rabbit – ‘The Winter Of Mixed Drinks’
“Un disco perfetto, coerente ma mai banale, profondamente emotivo, ma mai iperglicemico, anzi, pragmatico e di piglio. Quasi un concept album, dedicato alla resistenza del proprio cuore, al non mollare finché non si scorge terra all’orizzonte”
19. Everything Everthing – ‘Man Alive’
“A ritornelli micidiali gli Everything Everything aggiungano melodie veramente imprevedibili, tempi di batteria sempre inaspettati e un basso che sa spaziare dall’indie al funky in un decimo di secondo. Il tutto unito alla incredibile voce di Jonathan”
20. The Tallest Man On Earth – ‘The Wild Hunt’
“In definitiva ha tutte le caratteristiche per essere considerato un must per gli amanti del cantautorato in questo 2010”
PS IO, A QUELLI DI CUI SOPRA, TROVEREI UN POSTICINO ANCHE PER ROBERT PLANT,NRYAN FERRY,JANELLE MONAIE O COME SI SCRIVE,BROKEN RECORDS, SCHOOL OF SEVEN BELLS E ANCHE ALTRI.
LE CLASSIFICHE SONO SEMPRE OPINABILI, ALMENO CREDO.
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