Il 2010 è probabilmente un anno irripetibile per quanto riguarda la qualità dei dischi provenienti dall’Indie italiano, inteso nell’accezione ormai utilizzata oggigiorno per la parola ‘indie’, che non guarda, quindi, alla casa discografica di provenienza. Già aver trovato 20 dischi di cui è consigliabile l’ascolto (e anche l’acquisto) è un chiaro segnale che la creatività musicale nel nostro Paese è in uno stato di salute splendido. Tra l’altro, si noterà l’assenza in questa classifica di dischi che hanno riscosso grandi consensi sia di critica che tra gli appassionati: purtroppo il sottoscritto non ha il tempo materiale di ascoltare e seguire tutto, soprattutto quando è così facile, come quest’anno, imbattersi in proposte di qualità , che invogliano, quindi, all’ascolto ripetuto e tolgono, di conseguenza, il tempo di andare a caccia di ulteriori novità . Si prenda, quindi, questa lista come figlia delle possibilità di chi l’ha redatta, senza che ciò che manca debba essere ritenuto necessariamente inferiore ai dischi citati.
1. Amor Fou – ‘I Moralisti’
Brani perfetti nel loro avere un sapore classico da canzone italiana ma allo stesso tempo non essere mai scontati e non apparire come un mero riciclo degli stilemi propri di una tradizione culturale: si sfrutta questa tradizione per cercare qualcosa che vada al di là di essa e sia moderno e raffinato allo stesso tempo.
2. Record’s – ‘De Fauna Et Flora’
“Un capolavoro, diciamolo chiaramente, che pone i Record’s come punto di riferimento per tutto l’indie pop moderno. Per ora il discorso vale solo in ambito italiano, ma se si riuscisse a far ascoltare questo disco in tutto il mondo, non ci sono confini ai riscontri che si potrebbero ottenere.
3. Dilaila – ‘Ellepì’
Un disco che suona fresco ed attuale utilizzando gli strumenti nel modo più classico possibile. Non ci sono riferimenti contemporanei, né italiani né internazionali, ma quando si ascolta questo lavoro non si può fare a meno di tornare con la mente a quanto di più elegante ci faceva ascoltare la mamma quando eravamo ragazzini.
4. Baustelle – ‘I Mistici Dell’Occidente’
Un momento fondamentale, ovvero quello in cui i Baustelle raccolgono tutto ciò che hanno fatto finora e lo risistemano nel miglior modo possibile. I punti di forza, infatti, sono sempre quelli che hanno reso il gruppo tra i più apprezzati in Italia, ma ognuno di essi è qui concretizzato nella sua forma migliore.
5. Non Voglio Che Clara – ‘Dei Cani’
Il disco mostra una band a tutto tondo, che sa trovare nuove soluzioni ad ogni livello e sa gestire sempre al meglio un ventaglio di idee invidiabile per quantità e qualità .
6. Enrico Brizzi & Numero 6 – ‘Il Pellegrino Dalle Braccia D’Inchiostro’
Ognuno dei modi in cui vengono convogliati i pregi del linguaggio dello scrittore con quelli della poliedricità della band sono caratterizzati da un’audacia e da un tasso qualitativo straordinari.
7. Grimoon – ‘Super 8’
Sempre meno immediato al primo impatto ma sempre più efficace e duraturo nel tempo.
8. A Toys Orchestra – ‘Midnight Talks’
Un lavoro in grado di superare qualsiasi esame gli possa essere presentato, e che ci consegna un gruppo ormai pronto per essere tra gli ambasciatori più credibili dell’indie-pop italiano all’estero.
9. Isabel At Sunset – ‘The Serve And Volley Side Of Life’
Indie pop/rock che non ha niente di innovativo, ma ha il suono, le melodie e l’espressività vocale per entusiasmare chiunque apprezzi il genere.
10. Le-Li – ‘My Life On A Pear Tree’
Non poteva mancare un gioiellino prettamente twee pop in quest’anno di grazia. Questo debutto sfrutta un’ottima ispirazione melodica ed idee tutt’altro che scontate in fatto di arrangiamenti come mezzi per un elogio dell’amore romantico e delicato.
11. Piccola Bottega Baltazar – ‘Ladro Di Rose’
Dopo due dischi orgogliosamente retrò, la band veneta inserisce elementi più moderni nel proprio suono senza perdere la propria enorme classe.
12. Samuel Katarro – ‘The Halfduck Mystery’
Alberto Mariotti ci propone una manciata di canzoni ruvide, taglienti e senza compromessi, riuscendo inoltre a speziare tra diverse soluzioni e preparando quindi il terreno per allargare sempre di più i propri confini.
13. Denise – ‘Dodo, Do’
Anche Denise aveva iniziato rifacendosi a canoni twee pop, ma alla sua prima prova sulla lunga distanza decide di proporre un suono più adulto, riuscendoci perfettamente ed accoppiandolo al meglio con un’ottima ispirazione melodica.
14. Canadians – ‘The Fall Of 1960’
C’è modo e modo di sfruttare I propri riferimenti, e questo disco da un lato ha una chiara ispirazione nei Weezer e nei Grandaddy, ma dall’altro rielabora i modelli in modo fresco, personale ed efficace.
15. Dino Fumaretto – ‘La Vita È Breve E Spesso Rimane Sotto’
Solo voce e pianoforte ma grande vivacità nell’utilizzo dello strumento ed un’ironia estremamente intrigante nei testi.
16. Jobi 4 – ‘Jobi 4’
La fantasia e la libertà da ogni schema hanno un’importanza fondamentale in un contesto che comunque rimane coerente con l’idea di dare semplicità e relax a chi ascolta.
17. Eva Mon Amour – ‘La Doccia Non E’ Gratis’
Un disco senza compromessi, crudo, viscerale, che non fa sconti e che offre a chi se la sente di seguirlo dei saliscendi emozionali dalla rara capacità di coinvolgimento.
18. Margareth – ‘White Lines’
Canzoni fatte con cura ma che vogliono avere la genuinità ed il calore degli oggetti lavorati a mano.
19. Child Of A Creek – ‘Find A Shelter Along The Path’
Per chi ama i viaggi in musica che risultino sognanti ma anche velati d’inquietudine, questo ascolto è fortemente consigliato.
20. Warm Morning – ‘Too Far From The Stars’
Due fratelli, un disco uscito solo in vinile ed un pop fuori dal tempo, che sa essere delicato e vivace allo stesso tempo.
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