20 novembre 2010.
Questa data verrà ricordata a lungo da tutti i fan di Massimo Priviero: il rocker di origine veneta e milanese d’adozione ha chiuso il suo Rolling Live tour con un bellissimo concerto all’Auditorium di Milano, gremito da una folla di appassionati e amanti della buona musica.
Tutto era iniziato il 28 marzo dell’anno scorso con il concerto-evento, poi immortalato su CD e DVD (Rolling Live appunto), che sanciva la chiusura dello storico locale di C.so XXII marzo.
Ma stasera la location è ancor più prestigiosa e merita un’attenzione particolare: Massimo infatti sfrutta l’acustica perfetta del teatro iniziando con Nessuna Resa Mai, autentico manifesto della sua poetica, eseguita solo con chitarra e tastiere (dell’ottimo Onofrio Laviola).
Man mano arrivano sul palco anche gli altri musicisti: Michele Gazich (per anni al fianco di Bubola) al violino, Alex Cambise (collaudato co-produttore di Priviero) alle chitarre e via tutti gli altri.
La set-listi ricalca piuttosto fedelmente quella delle più recenti apparizioni del nostro, ultima in ordine di tempo quella andata in scena presso l’aula magna dell’Università Bocconi per un un “unplugged†di grande intensità .
Fra i brani eseguiti, ricordiamo: Lettera al Figlio (ispirata dal romanzo If di Kiplink), Bellitalia, Spari nel Cielo, Splenda il Sole e Fragole a Milano; ogni canzone ha una sua storia e Massimo, da bravo story-teller, la racconta brevemente prima di iniziare.
Segnaliamo poi un paio di cover davvero pregevoli: Ciao Amore Ciao di Luigi Tenco, eseguita a suo tempo e molto apprezzata anche in occasione dell’omonimo Premio più l’immancabile omaggio a Bob Dylan con una Chimes of Freedom molto simile alla versione eseguita nel 1988 da Springsteen nei suoi live con la E-Street Band.
Nella seconda parte del concerto, emerge la grande passione di Priviero per la storia contemporanea (in cui è anche laureato) con due brani di ambientazione bellica: Nikolajevka e La Strada del Davai; c’è spazio anche per un vero coro di alpini che sale sul palco per intonare i canti tradizionali Monte Canino e Il Testamento del Capitano, con Priviero visibilmente commosso e soddisfatto.
Il finale è una cavalcata rock con ospite sul palco anche una sezione Irish composta da Giancarlo Galli e Keith Easdale e l’ultimo brano è una tiratissima versione full-band di Nessuna Resa mai…la chiusura del cerchio insomma! Non viene eseguita invece San Valentino, brano (e relativo album) da cui tutto era iniziato nel lontano 1988 ma forse questa esclusione non è casuale e consolida la direzione che Massimo Priviero ha tracciato con estrema chiarezza ormai da parecchi anni.
musicalnews
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