Anche un orologio fermo due volte al giorno fa l’ora giusta e dunque Enzo Gentile e Fabio Schiavo, due penne non proprio fulgide del giornalismo musicale, sono riusciti ad avere una buona idea: raccogliere in un libro una ricca serie di strisce a fumetti con i Beatles come protagonisti o almeno comparse, a rimarcare l’influenza che hanno avuto nel nostro tempo.
Buona idea, certo, e originale, anche se poi la realizzazione è quella che è; come l’orologio, per l’appunto. Per cercare di farlo diventare un libro vero, gli autori hanno affiancato alla riproduzione dei fumetti due risaputissime cronologie (una per i Beatles, una per Lennon), due introduzioni superflue e alcuni fuorvianti box dove si raccontano avventure a fumetti dislocate altrove – un pasticcio, in parole povere. Manca un discorso organico, manca una sistemazione non dico “critica” (ci vorrebbe un Big Ben, per restare in metafora) ma almeno storica; quello che alla fine abbiamo è una parata collezionistica in ordine cronologico, secondo una fastidiosa logica che non è solo di questo volume ma di tanti altri che si affollano nella giungla del rock in libreria, in un’epoca in cui gli editor, quando ci sono, si ispirano alla filosofia del laissez faire, laissez passer.
Gli appassionati Beatles si divertiranno comunque a vedere i loro eroi declinati in svariate e paradossali maniere, trasportati nel tempo fino all’età della pietra o nella Britannia romana, nel mondo Disney e in quello di Barbie, fatti diventare tartarughe Ninja, mostri demoniaci, petulanti cocoriti, in un viaggio che dall’Italia porta al Messico, all’Argentina, alla Svezia, al Cile, perfino alla Spagna franchista, dove nel 1963 arrivò l’eco di “Please Please Me/ me gustas solo tu”. Yellow Submarine è naturalmente l’ispirazione prevalente, assieme all’iconico Sgt. Pepper e alla passeggiata sulle strisce di Abbey Road; ma gli spunti sono molteplici e in una bella copertina DC National Comics del 1970 Batman e Robin dissertano addirittura sulla leggenda (allora fresca, beati loro) della morte di Paul McCartney. Peccato che spesso e volentieri manchino i nomi dei disegnatori, alcuni dei quali veri giganti del rock a fumetti; come il Gottlib non segnalato di pagina 99, che per la copertina di un Fluide Glacial del 1979 inventa una stralunata “Pervers Pepper Club Band”.
Bella confezione cartonata, prezzo carissimo; anche perché diverse immagini, ahinoi, sono malinconicamente scolorite.
delrock.it
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