Il terzo album in studio è da sempre una sorta di prova del 9 per una band, vuoi un po’ per riuscire a confermarsi dopo 2 precedenti ottimi lavori, vuoi un po’ per non deludere i fedeli fan.
E’ il caso degli Alter Bridge: fantastico debutto nel 2004 con “One Day Remains†e successiva riconferma con quel “Blackbird†che tanto ho apprezzato.
Corre l’anno 2010 ed esce “AB IIIâ€, disco che potrebbe racchiudere in se la parola “maturità â€, caratteristica che la band sembra aver appieno intrapreso.
Sarò chiaro fin da subito, questo album non è il ‘greatest hits’ (tra virgolette) dove i singoli dominano qualitativamente. Poche canzoni infatti prevalgono su altre e, se lo fanno, non in modo evidentissimo in quanto questo cd è bello dall’inizio alla fine.
Ma cosa lo differenzia dai precedenti lavori? Principalmente l’essersi scrollati di dosso definitivamente lo stile Creedche li aveva più e meno influenzati, creando così un sound Alter Bridge che sa alternare alla grande pezzi più hard a ballad melodiche.
Ne sono d’esempio “Slip To The Voidâ€, “Still Remainsâ€, “Isolation†e “All Hope Is Goneâ€, 4 bei brani dove la rocciosa chitarra di Mike Tremonti si ritaglia un ruolo da protagonista sapendosi poi melodizzare nei passi di“Wonderful Lifeâ€, “Life Must Go On†e “Words darker than their wingsâ€, 3 pezzi sentimentali che rendono migliore l’album.
“Ghost Of Days Gone By†da una luce di speranza invitandoci a superare i brutti momenti del passato e “I Know It Hurts†è semplicemente un’altra bellissima canzone.
Il resto dell’album? Sulla falsa riga di quanto detto fin qui, ottimo e ispirato.
A tutto questo c’è da aggiungere una band solida ed un Myles Kennedy che ha una voce pazzesca in grado di trasformare in oro anche la nota più stonata.
Commento: 3 su 3, Alter Bridge promossi a pieni voti. Consiglio a tutti l’acquisto dell’album e di tener sempre d’occhio questa band, in 6 anni non ci ha mai deluso.
rockblognet
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