Sono sulla breccia da più di trent’anni e in tutto questo tempo fama, successo e capacità di trascinare le folle non hanno fatto che aumentare.
Hanno fatto parlare di sé, della loro musica, dei loro video, del loro impegno nei confronti dell’Africa nonostante le critiche di coloro che li accusano di utilizzare la causa africana per farsi pubblicità .
Oggi David Kootnikoff, giornalista e scrittore canadese trapiantato a Honk Kong, realizza per B.C.Dalai editore una biografia musicale sulla band irlandese per antonomasia, la band che trent’anni fa suonava nei club di Dublino semivuoti e oggi riempie gli stati di tutto il mondo.
Settembre 1976: Larry Mullen ha solo quattordici anni e una batteria. Vuole mettere in piedi una band ma non sa come fare, ergo attacca volantini in giro per la scuola al cui annuncio rispondono il bassista Adam Clayton, il chitarristaDavid Evans e la voce Paul Hewson. Nomi che oggi potrebbero, ai più, non dire niente. Oggigiorno nessuno li chiama più così. Oggigiorno sono semplicemente Bono e gli U2.
Il libro di Kootnikoff traccia la storia di questo gruppo leggendario svelando aneddoti e particolari mai letti prima di ieri, oggi e domani.
Corredato da una dettagliata discografia che parte da Boy, dell’ormai lontano 1980, e arriva fino all’album del 2009 No Line On The Horizon, al quale è dedicato un intero capitolo e di cui vi proponiamo un estratto, e da una timeline della bellezza di trenta pagine che fa da apripista, U2 – Biografia musicale analizza ogni canzone, ogni tour, ogni comparsata, ogni disco. Tutto.
In questo libro c’è tutto quello che si voleva sapere sulla band capeggiata da colui che, secondo una barzelletta ormai inflazionata, quando vuole cambiare una lampadina non deve fare altro che afferrarla e il mondo, ruotando attorno a lui, gli permetterà di svitarla.
Gli U2 si sono negli anni guadagnati il rispetto e la stima da parte di tutti, colleghi e non, politici, reali, gente comune.
I loro pezzi sono stati resi oggetto di cover da parte di tanti altri artisti come ad esempio Cher che da anni apre ogni suo concerto con la travolgente I Still Haven’t Found What I’m Looking For.
Nelson Mandela si è più volte espresso in termini di riconoscenza nei loro confronti spezzando una lancia a loro favore in occasione di critiche spietate e sentenze senza appello da parte di coloro che li accusavano di ipocrita populismo con l’unico obiettivo di vendere dischi.
Pare proprio che Bono creda veramente nei progetti di sviluppo e sensibilizzazione che ha messo in piedi in tutti questi anni. Anche perché, un cantante la cui band ha venduto quasi duecento milioni di dischi, vinto diversi Grammy Awards e ottenuto una stella nella Walk of Fame al 7083 di Hollywood Blvd, non ha di sicuro bisogno di sfruttare cause universali come la fame e l’AIDS per non andare in rovina.
270 pagine e una sola storia, quella di una band sconosciuta di Dublino che oggi può veramente vantarsi di avere lasciato un segno nel mondo. E non solo quello della music
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