Mi avevano detto che andare ad un concerto dei Muse sarebbe stata un’esperienza indimenticabile, e così è stato, provare per credere. Stadio di San Siro, 8 giugno. Arrivo alle 19.30, giusto in tempo per ascoltare i Kasabian, che scaldano il pubblico prima del grande evento. Mi guardo attorno, dalla posizione in cui mi trovo osservo la moltitudine di gente che affolla le gradinate e la zona prato, circondando un palco che di lì a poco offrirà uno spettacolo mai visto. Ancora qualche minuto di attesa e, con una precisione a dir poco fenomanale comincia lo show. Il concerto si apre con l’ingresso di una folla di manifestanti, con bandiere (compresa quella italiana) e striscioni, dei quali il più grande recita: “They will not control usâ€, e in sottofondo si cominciano a sentire le prime note di “Uprisingâ€. Un boato accoglie Matthew Bellamy e soci, d’argento vestiti, ed è delirio allo stato puro. Il palco, vero prodigio del design contemporaneo, di forma prospettica, attorniato da grandi sfere bianche, comincia a emanare immagini e luci, e lo farà per tutta la durata del concerto. A suon di schitarrate, voce sublime di Bellamy e batteria potente, si susseguono “Supermassive black holeâ€, “New bornâ€, che fa tremare le poltroncine per i salti del pubblico,â€Map of the Problematiqueâ€, le romanticissime “Neutron Star Collision†e “Guiding Lightâ€, fino ad arrivare alla più energica (nonché la mia preferita)â€Histeriaâ€. L’atmosfera è a dir poco magica, tutti sono catturati dalle sette note emesse dagli strumenti dei Muse, divini musicisti. E’ poi la volta di “Nischâ€, arriva un piano a coda, Matthew si siede e comincia ad intonare “United States of Eurasia†e “I belong to youâ€. Il momento poetico è subito sostituto da adrenalina pura: Christopher Anthony Wolstenholme e Dominic James Howard si lanciano in una session acustica di basso e batteria, davvero eccezionale. Torna Matthew e il palco comicia a muoversi: la struttura circolare posta nella parte anteriore si stacca e si sposta verso il pubblico sino a prendere il volo. Arrivano “Undisclosed desireâ€, “Resistence†e la poderosa “Starlightâ€. Terminati i tre brani, con giochi di luci mai visti prima, Howard annuncia la presenza di un’ospite speciale: un ragazzo italiano, un amico comasco del gruppo (la fidanzata di Bellamy è di Como) che intona “Back in black†degli AC/DC, che voce ragazzi. Terminata la cover, i Muse ripartono con “Time is running outâ€, cantata a scuarcia gola da tutti i presenti, dopo una breve pausa inizia “Unnatural selectionâ€, seguita da quello che pare l’ultimo brano “Unitenedâ€. I ragazzi scompaiono, per tornare poco dopo: compare sulla folla un disco volante da cui spunta un’acrobata appesa ad un filo, davvero emozionante: si ci avvia verso la fine con “Stockholm Syndromeâ€. Altra breve pausa e arrivano i cosiddetti bis: “Take bowâ€, “Plug in babyâ€, in cui vengono fatti passare di mani in mano dei grandi palloni a forma di occhio, e si chiude con †Knights of Cyndoniaâ€. Tantissimi virtuosismi musicali, un’ottima preparazione strumentale e delle canzoni che non hanno bisogno di altro se non di loro stesse: ecco le caratteristiche di questo concerto, uno dei migliori che abbia mai visto. E’ il momento di lasciare lo stadio: guardo i volti delle persone che mi passano accanto, hanno tutte il sorriso sulle labbra e sono a dir poco euforiche. Nonostante la stanchezza, il sorrisone ce l’ho anch’io, e credo mi rimarrà per quakche giorno. Concerto memorabile e, siccome il nove giugno compie gli anni, tanti auguri Matthew.
(Rossella Romano)
Scaletta
1.Uprising
2.Supermassive Black Hole
3.New Born
4.Map of the Problematique
5.Neutron Star Collision
6.Guiding Light
7.Hysteria
8.Nishe
9.United States Of Eurasia
10.I belong to you
11.Drum and Bass Jam
12.Undisclosed Desires
13.Resistence
14.Starlight
15.Time is Running Out
16.Unnatural Selection
17.Unitened
18.Exogenesis: Symphony, Part 1
19.Stockholm Syndrome
20.Take bow
21Plug in baby
22.Knights of Cydonia
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Io invece vi racconto Thievery Corporation….
THIEVERY CORPORATION
ON TOUR (SPRING 2010) – MELKWEG, AMSTERDAM 07.06.2010
01. A WARNING DUB
02. MANDALA
03. LEBANESE BLONDE
04. SHADOWS OF OURSELVES
05. UNTIL THE MORNING
06. SOL TAPADO
07. LIBERATION FRONT
08. ORIGINALITY
09. THE NUMBERS GAME
10. ILLUMINATION
11. LA FEMME PARALLEL
12. AMERIMACKA
13. ALL THAT WE PERCEIVE
14. HARE KRISHNA
15. EXILIO
16. THE HEART’S A LONELY HUNTER
17. VAMPIRES
18. SOUND THE ALARM
19. THE REVOLUTION SOLUTION
20. ASSAULT ON BABYLON
21. WARNING SHOTS
–
22. (THE FORGOTTEN PEOPLE)
23. SWEET TIDES
24. THE RICHEST MAN IN BABYLON
25. EL PUEBLO UNIDO
26. COMING FROM THE TOP
–
27. MARCHING THE HATE MACHINES (INTO THE SUN)
Tredici anni di attivita’ per Thievery Corporation e da questa ultima versione live l’esordio Sounds from the Thievery Hi-Fi pubblicato nel 1997 non potrebbe essere piu’ lontano: profetica in questo senso la scelta di utilizzare A Warning Dub come intro per lo show con il palco ancora in attesa della band. Dalle avventure seguenti e in modo distinto a partire da The Richest Man in Babylon (2002) la forma dei pezzi del collettivo capitanato da Rob Garza e Eric Hilton ha assunto una connotazione differente, con un sound piu’ ‘suonato’ e meno giocato sui campionamenti, colmo di influenze e riferimenti etnici oltre che di ospiti di assoluto rilievo (David Byrne, i Flaming Lips, Perry Farrell, Femi Kuti solo per citarne alcuni).
La riproposizione dal vivo e’ caratterizzata essenzialmente per questi motivi da un rutilante e continuo avvicendarsi al microfono di otto voci (quattro femminili e quattro maschili) sorrette da una band di sei elementi (percussioni, batteria, chitarra e sitar, basso, sax, tromba) a cui si aggiungono Eric e Rob a tastiere e programmazione al computer. Sedici in tutto: piu’ che una band, una famiglia. I Thievery Corporation rimescolano le carte on stage sostituendo non solo – come logico aspettarsi – le guest star piu’ conosciute, ma anche scambiando interpretazioni maschili e femminili, creando un effetto straniante rispetto alle registrazioni in studio, ma riuscendo in questo modo a rendere ancor piu’ protagonista il proprio impianto ritmico. Le cadenze dub e reggae che segnano lo show, esaltate dall’ottimo contrappunto dei fiati, sono il vero marchio di fabbrica della band, non importa se a scuoterle sia un indiavolato sitar (Mandala, The Forgotten People) o crescendo hip hop senza respiro (The Numbers Game, Vampires, Assault on Babylon, Coming from the top e in particolare Warning Shots, forse la migliore traccia dello show, vibrante ed energica).
Mentre le voci femminili cullano e ammaliano il pubblico arrivando ad annullarsi nei battiti elettronici di Garza e Hilton (splendono in particolare l’attesa Lebanese Blonde, Shadows of ourselves, Until the morning e La Femme Parallel), sono gli interpreti maschili a destare la maggiore emozioni, da The Heart’s Lonely Hunter, Amerimacka (apprezzatissima) e The Revolution Solution sino al tripudio di The Richest Man in Babylon.
Il concerto decolla definitivamente nella sua seconda parte, quando anche la rilevanza politica e sociale del messaggio di Thievery Corporation prende consistenza accendendo la platea (Vampires e le sue domande all’IMF, El Pueblo Unido concluso da un finale ‘da corteo’, Exilio, Sound the Alarm, Warning Shots) .
Dopo circa di due ore e mezza di show l’atmosfera e’ ormai divenuta quella di una festa e Coming from the top ne e’ l’ideale conclusione con il palco invaso dal pubblico per uno sfrenato ballo collettivo che unisce l’intera band al suo audience.
Gran finale con Marching the Hate Machines (Into the Sun): Eric Hilton e Rob Garza – alla chitarra per tutti gli encore – sono gli ultimi ad uscire, sommersi dagli applausi dopo ventisette tracce e una esibizione live inappuntabile.
VIDEO
Lebanese Blonde
http://www.youtube.com/watch?v=ul3RxyJadzg
The Numbers Game
http://www.youtube.com/watch?v=yQgBgj34z6c
Amerimacka
http://www.youtube.com/watch?v=7mMxYRkRCNA
All that we perceive
http://www.youtube.com/watch?v=4mhqRNuw57M
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Il ragazzo che ha cantato Back in Black non era un amico comasco della band, ma Nic Cester cantante dei Jet!! (l’ EX fidanzata di Matt è di como)
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GRAZIE PER IL VOSTRO PREZIOSO APPORTO B16 AND MR INDYSKY,IL NOSTRO ERA UN ARTICOLO RIPORTATO DA ROCKOL E SCRITTO DA CHI AL CONCERTO CI E’ STATO ,NOI DEL ROCK CAFFE’ NON C’ERAVAMO,ERAVAMO PERO’ A BOLOGNA,QUINDI L’ERRORE E’ DA IMPUTARE AL SITO DEL DR ZANETTI E NON A NOI!!!!!NOI SIAMO MOLTO MA MOLTO ATTENTI,SI FIDI AND STAY TUNED.ALLA PROSSIMA E ROCK ON
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