Missincat
Voto: 4 stelle
Voto utenti: tre stelle e mezzo
Casa discografica: Revolver
Anno: 2010
Non ci arriva il talento di cui si parla da questo carezzevole disco d’esordio di Caterina Barbieri, già acclamata in Germania da pubblico, critica e persino da Amy Whinehouse (che invece il talento musicale l’ha già ampiamente dimostrato).
Atmosfere acustiche limpide ed easy sin dal singolo di lancio, titolo dell’album, agguantato in tempo zero dalla Nintendo per uno spot; con quel suo veleggiare spensierato è indubbiamente un brano godibile, in cui la delicata voce della milanese si colloca a metà tra Suzanne Vega e Lene Marlin. Ma…tutto ciò che c’è c’è già , come avrebbe detto Caparezza anni or sono, nel senso che tutto il disco non aggiunge un granché a questo imprinting anzi, la title-track si rivela uno dei pochi ricordi in mezzo a una raccolta di canzoni piuttosto basica, allineata, molto più pop che folk.
Tra una gonna di tulle e il bianconiglio, in tale leggiadrìa senza sbalzi (avviso, che nel procedere dei minuti può far calare la palpebra), si fanno notare la cadenza sbarazzina di Inside my head, la melodia di Again e la loureediana Shoot, che affronta con maturità e vena interpretativa il tema della guerra. Sul piano strumentale, accanto alla dominante chitarra acustica di accompagnamento, ogni tanto una piuma percussiva, di fiati, d’archi o di piano.
Vige il minimalismo. Peccato valga anche per le idee. Troppo poche per conferire a Missincat il titolo di rivelazione del panorama “nuove proposte”.
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