Live Report: Black Eyed Peas @ Forum Assago 12/05/10
Maggio 12th, 2010 in Reports by Redazione Rockol
Entrano in scena uno alla volta, irradiati da un cono laser verde acido, provenienti dal sottofondo del palco. La scenografia alle loro spalle e in tutto il Forum ha già fissato l’atmosfera da ‘futurismo vintage’: l’immagine che i Black Eyed Peas proietteranno per tutto il concerto è da fantascienza anni Settanta, con un contrasto cercato tra la produzione fantasmagorica e sofisticata e il gusto retro, tra il futurismo e il vintage, tra gli effetti speciali e il low-fi.
“Let’s get it started† e “Rock your body†sono quasi un’unica coreografia: Will.i.am, Apl.de.ap, Taboo e Fergie sul palco a metterci la faccia, il freestyle e la danza mentre alle loro spalle, sospesa a qualche metro di altezza e coperta da uno schermo che la lascia in controluce, la band di cinque elementi pompa. Pompa soprattutto il basso, che al mixer impega qualche brano per trovare un accordo con la voce di Fergie che, con “Meet me half wayâ€, inizia a sprigionare tutta la sua potenza e la sua estensione. La ragazza ruba inevitabilmente la scena con il timbro cristallino e le mosse da (ex) bionda svampita: all’inizio è prigioniera dell’armatura da robot e traballa su tacco-20 (“Aliveâ€, “Don’t phunk with my heartâ€, “Imma beâ€), poi si dimena in miniabito e in “My humps†propina pure la mossa con le tette in movimento.
I Black Eyed Peas sono la contaminazione fatta band, l’incrocio degli stili e delle razze, il crossover diventato genere, sono quattro solisti che diventano quartetto e si riseparano continuamente. Ma lo show è di Fergie e di Will.i.am. La prima spadroneggia con il corpo e con la voce e prima dilaga con “Fergielicious†e “Glamorousâ€, poi la fa un po’ fuori dal vaso quando abbozza “Quando, quando†(dalla colonna sonora di “Nineâ€). Il secondo sfoggia la coolness da padrino dell’hip hop, qualcosa che oggi condivide solo con Jay-Z  e  Dre, e trasforma lo show in un gigantesco dancefloor interattivo: quando parte il suo dj set, il forum salta all’unisono e Will passa con disinvoltura da una citazione all’altra, sciorinando Michael Jackson (“Don’t stop till you get enough†e “Thrillerâ€), Rolling Stones  (“Satisfactionâ€), Nirvana (“Smells like teen spiritâ€) e Guns N’Roses  (“Sweet child o’ mineâ€).
Dopo le citazioni che non ti aspetti, “Where is the love†e “Pump it†sono le mega hit che volevi. In mezzo a tanto talento e tanta creatività , manca un po’ di improvvisazione: questo è uno show calibrato al micron, ed è questa al contempo la sua forza e la sua debolezza. Il che accade perchè i  B.E.P. incarnano il ‘corporate pop’ intelligente, quello delle star già pronte a non vendere più dischi (in questo caso, si fa per dire…) e a commercializzare sè stessi: la disinvoltura con cui sanno circondarsi di sponsor e essere paladini credibili dei
Fergie, Black Eyed Peas
diritti civili e dell’ecologia spiazza, ma forse è un’arte di cui siamo ancora inesperti.
Non è un concerto, è uno spettacolo rotondo: light show, esibizione dal vivo, dj set, computer graphics da paura, produzione sontuosa. Sotto gli ammiccamenti ad androidi e supereroi a metà strada tra Hancock e Iron Man c’è una straordinaria razza di dance music.
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2 users responded in this post
un po’ esagerato…. mi pare…. sara’ per la danza del petto di fergie?
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credo proprio di si……….
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