Phoenix Live in Amsterdam, Paradiso 26.03.2010
01. Listzomania
02. Long Distance Call
03. Lasso
04. Run Run Run
05. Fences
06. Girlfriend
07. Armistice
08. Love like a sunset
09. Love like a sunset – part II
10. Napoleon Says
11. Too Young
12. Consolation Prizes
13. Rome
14. Funky Square Dance
15. Everything is Everything
16. Playground Love
17. If I ever feel better
18. 1901
Il Paradiso e’ subito scosso dalle accelerazioni di Listzomania, dalle esplosioni di luci e dalle progressioni elettrico/elettroniche del pezzo: il brano che apre Wolfgang Amadeus Phoenix e’ il miglior viatico alla performance della band francese, ormai da piu’ di un anno in tour e perfettamente a suo agio on stage.
Long Distance Call e il suo ‘It’s never been like that’ nel ritornello urlato a squarciagola da Thomas Mars e da tutto il pubblico piu’ che un rimando all’omonimo album datato 2006 e’ una constatazione sull’attuale status raggiunto dai Phoenix: uno show live emozionante e inappuntabile in cui spiccano le tracce dell’ultima realizzazione irrorata dall’elettronica e prodotta da Philippe Zdar dei Cassius, vincitrice negli Stati Uniti del Grammy Award per il miglior album alternativo degli ultimi dodici mesi. Ebbene si, it’s never been like that… Altre conferme arrivano dal passo coinvolgente di Lasso e da un finale estremamente noise della morbida Run Run Run (da Alphabetical), prima che una selezione di tracce da Wolfgang Amadeus Phoenix imponga un vero e proprio cambio di marcia allo show. Prima Fences con il suo crescendo elettronico vagamente 80s, poi il suono travolgente delle tastiere incrociate alle chitarre di Girlfriend e Armistice ed infine una versione e
stesa di piu’ di dieci minuti di Love like a sunset, con Mars che lascia il palco alla band pronta ad impadronirsene in modo scintillante. I Phoenix  trovano anche il tempo per giocare ad una divertita jam session fra le chitarre dei fratelli Mazzalai travestita da ping pong musicale nel bel mezzo del brano, giusto un attimo prima che l’atmosfera satura di elettronica e bassi diventi incandescente nel crescendo epico del pezzo. La voce della band francese, ritorna per la seconda parte della traccia per poi lanciare una Napoleon Says al fulmicotone. Qualche sprazzo di dolcezza in una romantica Too Young, poi il rock scatenato di Consolation Prizes che infiamma band e audience. Rome da’ per l’ennesima volta nella serata la sensazione di una gruppo incontenibile, giocoso ed entusiasta del proprio pubblico, splendidamente aiutato da un impianto luci eccellente e da una sezione ritmica capace di rendere fragorose le digressioni e gli incisi di ogni traccia. Mars finisce addirittur
a in mezzo al pubblico, seguito dal lungo f!
ilo del
suo microfono, accolto con grande calore dalla sala, ma come una rockstar della porta accanto… il metronomo che introduce le divagazioni tra funk e citazioni hard rock di Funky Square Dance amplifica ancor piu’ l’ironia critica dei Phoenix chiudendo magistralmente la prima parte del loro show.
Ritorno intimo on stage dopo un intervallo a luminosita’ intermittente quasi accecante: il duo Mars/Mazzalai organizza  inizialmente un coro di buon compleanno per il ritorno sul palco del proprio bassita Deck D’Arcy, per poi dedicarsi ad una riproposizione acustica di Everything is Everything (lenta e carezzevole) e ad una cover di un brano sviluppato con gli amici Air, la meravigliosa Playground Love (dalla colonna sonora di The Virgin Suicides), accolta da un boato.
Phoenix poi al completo nella formazione live portata a sei elementi per la conclusione della serata con il primo successo della carriera, qui potentissimo e deflagrante, If I ever feel better. Gran finale con continui stop and go su 1901 che arriva a quasi dieci minuti di lunghezza con Mars ancora ad aggirarsi cantando tra il proprio estasiato pubblico, sin dalle note iniziali completamente in balia della band francese.
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http://www.youtube.com/watch?v=ees3iMLNqV4&feature=related
VI GIURO CHE E’ L’ULTIMO….
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