Al telefono da Venezia, dove oggi ha presentato l’edizione 2010 dell’Heineken Jammin’ Festival, Roberto De Luca non nasconde la sua soddisfazione per il  cast che segna il suo ritorno in Laguna  dopo quel 2009 sabbatico causa penuria di artisti di richiamo sulla piazza. I nomi di Aerosmith, Green Day, Black Eyed Peas e Pearl Jam, nel ruolo di headliner delle quattro giornate del festival, lo mettono di buon umore.  “E’ un cast stellare e di livello internazionale, che quasi nessun altro festival rock in Europa può vantareâ€, commenta il promoter. “Come si può immaginare, metterlo insieme è stato una faccenda piuttosto complicata. Ma il risultato è una manifestazione con tutti i crismi del grande evento internazionale, che vuole fornire occasione di divertimento anche al di là dell’offerta musicale e che si svolge in un’area bellissima, in un enorme parco alberato e facile da raggiungere, dal momento che Venezia e Mestre sono meta di centinaia di treni. Sicuramente siamo diventati uno dei tre/quattro festival più importanti d’ Europa. Restiamo un festival rock, ma apriamo anche ad altre influenze, ad esempio all’hip-hop rappresentato nella terza giornata dai Black Eyed Peasâ€.  E l’appendice dedicata alla club music di cui si era parlato, dopo la creazione di un’apposita divisione in seno a Live Nation? “Non sarà un’appendice ma un festival a sé stante. Sempre a Venezia, ma dedicato a un altro tipo di musica. Ne forniremo i dettagli quando saremo prontiâ€.  Manca Luciano Ligabue, tra i nomi che si sussurravano in queste ultime settimane… “Sarebbe stato molto bello averlo, se non fosse che Ligabue in questo momento è impegnato in una propria tournée. Un connubio tra lui e il Jammin’ Festival , quest’anno, non era possibile: speriamo si possa concretizzare prossimanente. A noi farebbe molto piacere, e credo che farebbe piacere anche a lui. Di conseguenza è una cosa che prima o poi probabilmente succederà â€. Alcuni nomi in cartellone non sono propriamente delle novità , per il Jammin’ Festival. C’è da fare i conti con un problema strutturale, dal momento che i potenziali headliner in circolazione sono sempre gli stessi e che il ricambio generazionale è carente… De Luca sembra dissentire: “Questa è la dodicesima edizione, e il festival l’ho sempre fatto (meno l’anno scorso, ndr). Qualche volta, certo, il cartellone è più forte, qualche volta meno. E quest’anno mi sembra fortissimo. Il ricambio? Al mio festival ho fatto suonare Robbie Williams, quando ancora attirava poco pubblico. E poi i Muse, Jamiroquai, Elisa, i Negramaro… Ben Harper  è un nome importante di questa edizione 2010, come lo sono i 30 Seconds To Mars e i Massive Attack. Insomma, sono convinto che per qualche anno ancora posso stare tranquillo, e che il Festival potrò continuare a farloâ€. A dispetto di un contratto in scadenza? “Sono con Live Nation e credo che ci rimarrò. E resterò a Venezia, dal momento che l’accordo con il Comune, se non ricordo male, prosegue per altri due o tre anniâ€. Anche se cambiasse vento politico, dopo l’elezione del nuovo sindaco? “La ricaduta sul territorio è talmente importante che credo possa interessare a chiunque, indipendentemente dal colore politicoâ€. Lo sforamento del cartellone su un lunedì e un martedì ha colto qualcuno di sorpresa: non è un rischio? “Il rischio è parte del nostro mestiere. Ma a dire il vero non vedo una gran differenza tra una domenica e un lunedì, dal momento che il giorno successivo è comunque un giorno lavorativo. E poi stiamo parlando di luglio, durante il periodo di chiusura delle scuole e con gli studenti in vacanzaâ€. C’entra la concorrenza dei Mondiali di Calcio? “No, i Mondiali non c’entrano. C’entra la disponibilità degli artisti in quel preciso momentoâ€. De Luca non ama le dietrologie, ma sgombriamo il campo da alcuni “rumours†che hanno preceduto la conferenza stampa di oggi. Il suo slittamento?   “Non c’è nulla di strano. Si era verificata una coincidenza temporale con altre conferenze stampa. C’erano le dichiarazioni di Morgan che tenevano banco sui giornali. E incombeva Sanremo, a monopolizzare l’attenzione delle prime pagine dei quotidiani. Ecco il motivoâ€. Lo “stallo†nei rapporti tra Live Nation e l’amministrazione comunale, di cui aveva parlato la stampa locale di Venezia e dintorni? “Falso,  lo nego nel modo più assoluto. Il Comune si è sempre mostrato favorevole al Festivalâ€. Le voci sul  cambiamento del main sponsor? “Prive di qualsiasi fondamento, come dimostra la presenza di Heineken al mio fiancoâ€. Parliamo di prezzi, allora: rispetto al 2008 il giornaliero è aumentato del 19 %, da 42 a 50 euro. “Però i prezzi restano bassissimi. Più bassi che nel resto d’Europa, dove  l’ingresso giornaliero a un Festival costa in media 75 euro, 25 più che da noi. Il biglietto valido per più giornate da noi costa 130 euro, altrove 140, 150 o 160. Credo che su questo argomento ci sia poco da discutereâ€.
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