The Fall Live al Musicdrome
Nel 2002 la rivista Q aveva incluso i Fall nel novero dei suoi 50 gruppi da vedere prima di morire. Fatto; dunque, vedrò di recuperare il numero per capire se me ne mancano altri 49 oppure qualcuno di meno. L’impreparazione e l’abitudine a rentrées e antologismi dal vivo, però, giocano brutti scherzi. Non ci credevo, ma ci speravo. Di fare un sorrisone largo alle prime note di una Rebellious Jukebox, per non parlare di una Jawbone & The Air Rifle, di una Rowche Rumble, di una Totally Wired o How I Wrote Elastic Man, pezzi gloriosi della stagione 79-82 – per inciso, la migliore -. Ma i Fall, al …esimo cambio di formazione – l’elenco ufficioso parla di 65 musicisti diversi – intorno a Mark E. Smith non suonano più pezzi di fine anni ’70 e primi anni ’80, bensì le composizioni degli ultimi, …esimi LP e del prossimo, in arrivo nel 2010. L’unica eccezione, la cover di Mr. Pharmacist dei The Half (l’album è Bend Sinister del 1986). La formazione comprende la ….esima compagna tastierista, Elena Polou, il chitarrista Peter Greenway, il bassista Dave “The Eagle” Spurr e il batterista Keiron Melling, tutti ampiamente più giovani del leader.
Smith è un uomo di mezza età , sul palco dimostra persino più degli anni che ha, anche se non credo sia neppure mai stato uno showman e la voce rauca e poco musicale in senso stretto è in fondo la sua di sempre; però a essere cattivi, guardandolo biascicare casualmente in 2-3 microfoni alla volta uno si aspetta che sputi la dentiera da un momento all’altro. Non proprio una bella sensazione. La sua performance può funzionare su una musica che metta insieme davvero il punk, Beefheart, il krautrock e la sperimentazione più acida e sulla battuta, ma il gruppo nuovo sembra parecchio scolastico. Show statico, va bene, repetition repetition, repetition, ma che delusione!
L’esibizione dei Fall doveva essere il momento culminante per il festival Bats Over Milan, che non abbiamo seguito per intero a causa delle coincidenze di impegni di cui leggete in altre pagine. Arrivati giusto in tempo per l’atto finale. Un set di un’ora, magro e di routine, poco corrosivo e molto tedioso.
Ignorare il passato. Lo fanno anche i Wire, ma in quel caso la sensazione è decisamente un’altra.
La scaletta:
Over! Over!
Wolf Kidult Man
50 Year Old Man
Cowboy George
I’ve Been Duped
Fall Sound
Sloppy Floor
Theme from Sparta F.C.
I’m not from Bury
Mr. Pharmacist
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