ANSA-NEW YORK – Superantologia Live per Tom Petty, 59 anni, uno dei rocker storici statunitensi: per commemorare i suoi oltre 30 anni di carriera, il cantautore nato a Gainesville, in Florida, ha fatto l’inconsueta scelta di pubblicare una curatissima antologia live di quattro cd (cinque nella versione lussuosa della compilation). Grandissima star negli Stati Uniti, meno famoso in Europa, Petty ha anche lanciato un nuovo sito web (www.tompettysuperhighwaytour.com), una sorta di raccolta e di ampio ‘dietro le quinte’ virtuale della sua carriera e della sua band, gli Heartbreakers. Una particolare attenzione è stata rivolta alla qualità della registrazione oltre alla scelta dei brani, che vanno dai suoi classici come ‘Refugee’ e ‘American Girl’ ai più inconsueti ‘Friend of the Devil’ dei Grateful Dead, il tema di ‘Goldfinger’ o ‘Sweet Home Chicago’, il famoso blues di Robert Johnson.
La versione di lusso della compilation offre anche una versione in blu-ray dell’antologia live, con una qualità sonora eccezionale, sulla scorta degli archivi che Neil Young ha pubblicato all’inizio dell’anno, dieci cd ad alta risoluzione sonora. Petty, la cui tournee americana l’estate scorsa ha fatto il tutto esaurito, racconta la sua carriera in una lunga intervista nel numero di ‘Rolling Stone’ in edicola oggi negli Usa. Si parte dagli inizi, quando affascinato da Mick Jagger ma fan dei Beatles, Tom tenta di fare una sintesi tra le due band rivali britanniche, passando per l’incontro con Bob Dylan, di cui riprende la maniera di cantare, e che gli Heartbreakers hanno accompagnato in giro per il mondo per circa due anni. Petty ha anche avuto una lunga amicizia con George Harrison, e pur avendogli l’appoggio degli Heartbreakers, la collaborazione non si è mai concretizzata.
Secondo la critica Usa, con la sua ‘Live Anthology’ la rassegna di Petty entra nella classifica dei migliori album dal vivo, una pratica corrente negli anni settanta, con pietre miliari come ‘Live at Leeds’ dei Who, ‘Four Way Street’ di Crosby, Stills, Nash and Young, ‘Aisle of Miles’ di Joni Mitchell, o ‘Get Yer Ya-Ya’s Out’ dei Rolling Stones. Poi se ne sono fatti meno. Degli anni Ottanta e Novanta si ricordano in particolare ‘Live 1975-1985’ di Bruce Springsteen e the E Street Band, ‘Rattle and Hum’ degli U2 (1988), e ‘Unplugged in New York’ dei Nirvana (1994). In questi ultimi anni, con l’eccezione del ‘Live in London’ di Leonard Cohen (2009), abbiamo visto soprattutto riedizioni di concerti degli anni settanta, da ‘How the West was Won’ (2003) dei Led Zeppelin, al recentissimo ‘Live in New York: Felt Forum’, con quattro concerti inediti del 1970 dei Doors.
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