Il nuovo disco di Sting nasce in uno scenario suggestivo quale un cascinale posto sulla cima di una collina toscana, circondato dai rigori di un gelido inverno. Questa atmosfera ovattata dalla neve e solcata dalla tramontana ha riportato alla mente dell’artista le sensazioni provate da bambino, quando la stagione fredda era accompagnata dai canti della tradizione britannica. Ecco allora l’idea di riunire davanti al camino un clan di musicisti (i cui ferri del mestiere sono melodeon, violino, violoncello e simili) per dar vita ad una sessione in cui abbondano tazze di tè bollente, vuoi per l’usanza british, vuoi per scaldare i polpastrelli.
Prende vita così If On A Winter’s Night, disco fuori dagli schemi: non pensiate infatti ad un disco natalizio, almeno non nell’accezione usuale. Non c’è posto per amenità alla Jingle bells, è un viaggio lungo la musica popolare del Regno Unito alla ricerca di una continuità fra classici medievali e brani originali scritti dallo stesso Sting insieme ad alcuni nomi di fiducia. C’è spazio anche per qualche riproposizone, come quella Lullaby to an anxious child già apparsa tre anni fa in un album di Gregg Kofi Brown e prodotta dagli italiani Novecento (alias Nicolosi Production).
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