26-8-2009 Arctic Monkeys + Them Crooked Vultures @ the Brixton Academy, Londra (UK)
Quello che amerò sempre del rock è che quando pensi di aver visto e sentito tutto, riesce a sorprenderti di nuovo. Avevo fiutato l’evento intorno a questo concerto, riservato ai fans degli Arctic Monkeys, dal momento che è stato annunciato. Un paio di riscontri incrociati, la data del 26 lasciata vuota ed ero quasi certo che quantomeno Josh Homme, che firma la produzione di ‘Humbug‘, il loro ultimo album, si sarebbe materializzato in qualcuna delle sue reincarnazioni. Dentro di me non speravo solo in una bella notizia, volevo la favola. Quando intorno alle tre di pomeriggio la conferma che i Them Crooked Vultures avrebbero aperto lo show è cominciata a rimbalzare sui tweet di mezzo mondo, io ho praticamente smesso di lavorare: il rock mi aveva sorpreso di nuovo.
La fila intorno alla Brixton Academy è un serpente che si avvolge intorno ad ogni isolato che incontra. Scorre veloce, alle 7 siamo dentro, lo confesso, felicemente seduti in galleria. Dopo svariati concerti di Arctic Monkeys e Queens of The Stone Age so che la situazione nel parterre in queste occasioni diventa selvaggia. Al terzo concerto in tre giorni mi godo la mia poltrona.
Alle 8 un boato che nessuna support band ha mai avuto accompagna i Them Crooked Vultures. Dopotutto anche “very special guest†sta stretto a un gruppo formato daJohn Paul Jones (Led Zeppelin), Dave Grohl (Nirvana, Foo Fighters), Josh Homme (Kyuss, Queens Of The Stone Age) e Alain Johannes. Rifletto che tra tutte le combinazioni possibili tra musicisti viventi di mettere su una band la cui somma dei membri abbia venduto più album di questi tre richiederebbe l’inserimento di Keith Richards nel gruppo di Paul McCartney, improbabile. Verificare che questi tre ragazzoni nonostante tutto ancora si divertano a mettersi in discussione invece di crogiolarsi su un amaca a Malibù è parte di quell’impagabile sorpresa.
Dave Grohl assale la batteria con la stessa forza emotiva di chi riabbraccia un’amica che non vedeva da anni. Peccato che l’amica è sempre stata li ed è lui ad averla tradita per un’improbabile carriera alla sei corde. Il suono della chitarra di Josh Homme non ha bisogno di introduzioni, (assieme a quello di Jack White) è l’unico che in questo decennio si riconosce dalla prima battuta. John Paul Jones resta quel personaggio mistico che ha costruito l’armatura del suono dei Led Zeppelin senza mai prevalere sul gruppo. Il suo impatto qui è lo stesso, immenso ma mai invasivo, un maestro. Se il pubblico si esalta all’ondeggiare sensuale di Homme e regala il boato più grande a Grohl, i tre sul palco sanno che senza quell’omino al basso nessuno di noi sarebbe qui stasera.
Si apre, credo, con ‘Elephant‘, ma non è dato sapere e in fondo non importa sapere. Chi sonnecchiava (me) si sveglia, chi aspettava una pinta al bar la lascia sul bancone per affacciarsi a vedere il terremoto con i loro occhi. ‘Gunman‘ segue. Un un riff che potrebbe essere scritto dagli ZZ Top, sostenuto da una ritmica incessante e un ritornello cantabile è il brano perfetto per scaldare gli animi. Cosa che la vecchia volpe di Homme sa far bene incitando il pubblico a scatenarsi: “Fate quello che vi pare, ignorate la security, lavora per me, se volete ballare, ballateâ€. Non servirà ripeterlo un’altra volta.
Le canzoni non sono monotematiche. non hanno una struttura semplice ne convenzionale ma già al primo ascolto funzionano. Sono spesso diluite in lunghi intermezzi strumentali in cui stacchi, cambi di tempo e di timbro arrivano a rompere ogni accenno di ovvietà .
Dave Grohl è spesso preso da un furore che lo porta a strafare. L’impressione è che le occhiate di Jones riescano a controllarlo e quelle di Homme a intimidirlo. Quando si contiene, da il suo meglio. Che in una serata intera sia riuscito a limitarsi a suonare la batteria senza dire una parola è un successo che Homme potrà mettere in curriculum.
John Paul Jones si siede alla tastiera per ‘Caligula‘ e acidifica il suono dando un altro assaggio delle varie angolature che la loro musica può prendere. Quegli accordi fanno la differenza e lasciano intravedere note di psichedelia che torneranno svariate volte lungo il set.
Introducendo ‘Daffodils‘, Homme ringrazia gli Arctic Monkeys per l’occasione (quando l’umiltà …). Finora sicuramente il brano migliore. Ancora lui, Jones, a infilare un loop ossessivo con il basso che andrà avanti per una decina di minuti su cui chitarra e batteria si risolvono in un brano che mi riporta indietro, indietro ai tempi d’oro dello stoner a quando Homme suonava con i Kyuss e l’hard rock si sconvolgeva in trip nel torrido deserto. Entro mentalmente nel loop e la mia testa lo segue ondeggiando.
‘New Fang‘ ha un beat più “rock ‘n’ roll†o qualunque altro aggettivo faccia venire voglia di muoversi a tempo. Un pezzo più facile, che apre con il solito scatenato Grohl, evolve dentro la chitarra di Homme e si rivela perfetto per introdurre il brano di chiusura.
‘Nobody Loves Me And Neither Do I‘, astutamente porta il concerto al suo apice.Josh Homme si impossessa della chitarra, dei suoi pedali e domina la band. Quando da solo si chiama l’assolo finale in cui si avventa su tutto incluso un wah-wah, sembra essere arrivati alla logica conclusione di un’ora epica. Ma no, gli altri due non ci stanno e rientrano dando luogo ad una jam in cui, vis à vis,Jones e Homme improvvisano una suite che è la cosa piú vicina ai Grateful Dead che mi sia capitata di sentire da quando ci ha lasciato Jerry Garcia.
Resto senza parole per 5 minuti. Il problema è riconnettersi col mondo e realizzare che il concerto per cui siamo venuti qui non è ancora iniziato. Complimenti agli Arctic Monkeys per cotanto coraggio.
Matt Helders, il batterista, ha fissato Dave Grohl per tutto il set. Un piccolo segnale di come il rispetto abbia un suo valore anche quando i ruoli sembrano invertirsi, o semplicemente è la storia ad andare avanti. Certo è che entrare in scena dopo i Them Crooked Vultures non è un dettaglio nemmeno se suoni davanti al tuo pubblico.
Quando Alex Turner, maglietta bianca, capelli lunghi e jeans, sale su un palco inglese per la prima volta in quasi due anni è accolto da un’ovazione. L’esame ‘coolness’, un fondamentale da queste parti, lo passa con lode. Dagli spogli palchi degli esordi si schiude un impianto che sta stretto nella Brixton Academy ed è già pronto ad illuminare arene di tutto il mondo.
‘Humbug‘ è uscito da 2 giorni. ‘My Propeller‘ apre l’album e il concerto. Il ronzio che sento sono centinaia di persone che la cantano a memoria. Potere del download illegale o della devozione? La cover di ‘Red Right Hand‘ segue e qui a saltare sulla sedia sono io, fan di Nick Cave da quando Alex Turner aveva il pannolino, apprezzo l’omaggio a un maestro troppo spesso dimenticato.
‘Crying Lightning‘ e ‘Brianstorm‘ sono i primi singoli degli ultimi due album. Entrambe viste come scelte eccentriche, canzoni non immediate che sanno crescere ad ogni ascolto per poi stabilizzarsi in qualche scaffale indefinito della storia del rock. ‘Still Take You Home‘ è il primo brano del passato remoto che fatica un po’ di più nella sua nuova veste mentre ‘I Bet You Look Good On The Dancefloor‘, comunque la suonino, appartiene ormai ai classici della musica inglese al pari di ‘Helter Skelter’ e ‘Wonderwall’.
‘Potion Approaching‘ segna il momento chiave della trasformazione in atto. Jamie Cook suona un riff che chiaramente gli ha prestato Josh Homme nel deserto, Alex Turner lascia la sua chitarra e si improvvisa nel nuovo ruolo di frontman. Timido, quasi impacciato non protetto dietro al suo strumento si aggrappa al microfono e nelle pause accenna qualche mossa che deve aver imparato vedendo qualche live dei Doors laggiù in California. ‘Pretty Visitors‘ segue. Delle nuove canzoni è sicuramente la più “Arctic Monkeysâ€. È anche l’occasione per ricordare, a tutti quelli a cui potesse esser sfuggito, che Matt Helders è il miglior batterista apparso in Inghilterra in una generazione. Su un lato personale trovo il verso “Who came first the chicken or the dickheadâ€, così geniale che da solo mi basterebbe per comprare l’album.
Più o meno a metà concerto le domande cominciano a trovare le loro risposte. La sequenza vecchio, nuovo, vecchio di ‘This House Is A Circus‘, ‘If You Were There, Beware‘, ‘Dangerous Animals‘ e ‘The View From Afternoon‘ dimostra nella sua omogeneità che se ascoltando ‘Humbug‘ si ha la sensazione di una transizione verso suoni nuovi con aspirazioni più grandiose, questo concerto è costruito per sottolinearla.
‘Cornerstone‘ addolcisce il suono e fa emergere la melodia. Alex Turner canta uno dei più bei testi che abbia mai scritto (“…she was close, close enough to be your ghost…â€) poi prova ad adattare al momento lento anche ‘Only Ones Who Know‘ ma la canzone vacilla come l’atmosfera rischiando di addolcirsi troppo. Arriva l’uno due finale con ‘Do Me a Favour‘ e ‘Fluorescent Adolescent‘ che in un esplodere di luci fluorescenti riportare l’energia tra il pubblico. La userà tutta per richiamarli sul palco.
Un fiume di persone mi trascina fuori dalla Academy, ho la sensazione di aver assistito a un concerto svolta. Gli Arctic Monkeyssbarbati e impacciati degli esordi non esistono più, seppur ancora giovanissimi i quattro sono in tutto e per tutto una rock band pronta a conquistare il mondo. La svolta evidente, e non sempre convincente in ‘Humbug‘, dal vivo si rivela definitiva e si fa retroattiva. Applicata alle vecchie canzoni, le trasforma. Alcune vivono meglio il nuovo make-up altre devono ancora trovare l’equilibrio ma è un processo che ha bisogno di tempo e il tour è appena iniziato. Quando sarà rodato le ‘Fake Tales Of San Francisco‘ potranno tornare in scaletta e a quel punto si scoprirà che, come per magia, non saranno più “fake†ma “realâ€.
MUSICA: ROTTURA NEGLI OASIS,NOEAL GALLAGHER LASCIA GRUPPO
Noel Gallagher lascia gli Oasis. Uno dei fondatori del celebre gruppo rock britannico ha annunciato sul sito web della band di aver deciso di abbandonare il gruppo dopo una serie di liti con il fratello e co-fondatore Liam. “E’ con tristezza e grande sollievo che vi dico che stasera stessa lascio gli Oasis, potete scrivere e dire cio’ che volete ma semplicemente non potrei lavorare con Liam un giorno di piu'”, ha scritto Noel.
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ma che se ne vadano a …………..li prenderei a pedate nel sedere da mattina a sera………..amen!
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sottoscrivo…. ma la cosa mi ha sorpreso…. stamattina ho preso i biglietti per gli xx…. ROCK ON!!!!
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evvai b16,azz vivere in provincia spesso e’ un handicap………
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