PRESENTE IL GENERALE LEE IN RAPPRESENTANZA DEI CAFFE’ROCKERS:-)

DA CORRIERE.IT

IN ITALIA DOPO 12 ANNI. CONCERTO IL 3 GIUGNO AL PALASHARP
Lynyrd Skynyrd, i confederati del rock
Gli «eredi» della band sudista di «Sweet Home Alabama» in concerto a Milano. Stessi suoni, stesso stile e un solo sopravvissuto della prima storica formazione

La formazione attuale dei Lynyrd Skynyrd«È ora che il Sud si rialzi»: il cantante dai lunghi ca pelli arringa la folla al trettanto zazzeruta e poi attacca con la celebre «intro» dell’inno «Big wheels keep on turning / Car ry me home to see my kin…». E il pubblico va in delirio: da un’ora e mezza (per i più giovani da una vi ta intera) aspettava quel momento. Cronache dal recente concerto dei Lynyrd Skynyrd in quel di Bir mingham, Inghilterra: fotogram mi da un finale che inevitabilmen te si ripeterà anche qui da noi, quando la leggendaria (e quanto mai sfortunata) band di un’altra Birmingham, Alabama, sbarcherà mercoledì 3 giugno (ore 21) al Palasharp, dopo un’assenza dura ta ben 12 anni. E «Sweet Home Alabama», questo è il titolo dell’in no, è la canzone con cui qualun que band di ragazzini di qualun que parte del pianeta inizia a suo nare, quando decide di mettersi a fare del rock’n’roll. Il problema for se è che gli stessi Lynyrd del 2009, per quanto bravi, oggi non sono poi così diversi da una coverband.

La copertina del disco più famoso della vecchia band, «Street Survivors» LUTTI E RIPARTENZE – Perché del gruppo nato all’inizio degli anni ’70 — storpiando il nome di un in segnante di ginnastica, un certo Leonard Skinner — che li rimpro verava per il loro comportamento da hippie, vive e lotta insieme a noi soltanto il chitarrista Gary Rossington. Già sui Lynyrd aleg gia un’oscura maledizione, quasi trasfigurata a mito nero del rock. Che parte con il terribile inciden te aereo dell’ottobre 1977, dove morirono il cantante Ronnie Van Zant e i fratelli Steve, chitarrista e Cassie Gaines, corista. E, dopo una serie incredibile di lutti, il destino si accanisce ancora, fino all’altro ieri: avevano appena annunciato il tour mondiale i Lynyrd, un infarto si è portato via a gennaio il tastierista Billy Powell, mentre il 9 maggio il bassista Do nald Evans è morto di cancro.

NUOVO ALBUM – Ma «The show must go on», reci ta il detto e così il tour è stato con fermato: «Ogni volta che i Lynyrd hanno subito dei colpi mortali, la musica è sempre stata il punto di ripartenza perché la musica è una grande guaritrice». Quasi a voler sfidare la sorte, così si pronunciava poco tempo fa, Johnny Van Zant, il fratello minore di Ronnie, cantante anch’egli e leader del gruppo dalla «ripartenza» del 1987. Rimane con fermata anche l’uscita dell’ennesi mo album (una trentina oramai tra originali, bootleg e compilation), prevista per settembre, «God & Guns»: «Il disco rispecchierà il no stro vecchio southern rock, la glo balizzazione non ci ha nemmeno sfiorati — ha spiegato Johnny —. Ancora pensiamo a scrivere canzo ni su gente comune e classe opera ia. Questo è il segreto della nostra lunga vita: tutti, quando ascoltano la nostra musica, ci si ritrovano».

PROVINCIA IMMUTABILE – Già, dall’immutabilità delle formule, si distilla l’elisir dei Lynyrd: le bandie re confederate al vento, gli assoli in finiti che altrove non vanno più, le criniere che debbono essere sem pre folte, il provincialismo di un’ America profonda che a volte ha conferito alla band la patente di conservatori duri e puri. Ma questo si aspettano e questo vogliono i fan di un’Italia altrettanto periferica, ma ancor numerosa, tra il bar all’ angolo e la moto di grossa cilindra ta, il chiodo liso e il capello altret tanto lungo. Se ne fregano di male dizioni di sorta: la leggenda Lynyrd Skynyrd — molto più che la storia di una band — sopravvive oltre i suoi musicisti.