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Les Preliminaires
Iggy Pop
Voto:Â
Casa discografica: EMI
Anno: 2009
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“Qualche anno fa ho sentito parlare di uno scrittore francese vagamente famoso, che si é rivelato essere Michel Houellebecq Ho letto alcune sue poesie tradotte, e mi sono trovato molto d’accordo su quanto diceva, anche se mi rendeva molto triste. Dopo qualche tempo ho comprato una copia di La possibilità di un’isola in una libreria di Miami e me lo sono portato in Normandia, dove ho speso tre giorni solitari col libro in un vecchio e freddo hotel sul mare dove a suo tempo era vissuto Proust. Quando l’ho finito mi sono sentito meglio. In alcuni punti mi dicevo: “Ah, anche tu!” Mi ha divertito, interessato, impressionato. Un anno dopo mi hanno contattato chiedendomi la musica per il film che Houellebecq voleva girare. Avrei potuto rifilargli due canzoni in acustico, tutti ne sarebbero stati entusiasti e avrei guadagnato un pacco di soldi! Invece mi sono sentito profondamente coinvolto e mi sono messo a scrivere canzoni pensando al libro, da solo, con una vecchia chitarra e la mia voce, in una piccola baracca a Miami.”
Da tempo Iggy non è più l’Iguana, e per fortuna. Non sempre indovina le mosse ma almeno non è schiavo della sua prevedibile parte nel circo rock e mostra di essere una mente libera. Qui gli va di lusso: il libro di Houellebecq ha colpito in effetti dei nervi sensibili e ha prodotto un disco intenso, sorprendente, degno di stare conAvenue B tra le cose migliori della maturità di questo vecchio ragazzo con i capelli lunghi. Dimenticate solo inizio e coda, due imbarazzanti versioni da piano bar di Les feuilles mortes cantate in un improbabile frenchese; il resto vale tutto, con toni pacati e foschie di jazz club, con lampi da Nick Cave o Johnny Cash agli inferi, con echi di una malinconica perduta New Orleans.Â
Il ragazzo selvaggio che ci tramortì all’epoca di Funhouse è capace ancora di prenderci alla sprovvista e di spiegare con lucide parole un sospetto che da qualche tempo si annida nella testa. “A un certo punto mi sono stufato di ascoltare idioti con chitarre che sparavano musica di merda e ho cominciato ad ascoltare un sacco di New Orleans, quel tipo di jazz antico alla Louis Armstrong o Jelly Roll Morton. E poi mi sono sempre piaciute le ballads“.
Riccardo Bertoncelli
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Di Houellebecq ho letto le particelle elementari e piattaforma… che dire, meglio l’ascolto di un disco di iggy pop!
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io non ho letto nulla di Houellebecq ma ho letto molto degli Iguana,ho visto pure dei documentari……..vi assicuro che Iggy Pop dal vivo e’ meglio eh eh eh …..anche se lo vidi 20 anni fa eh eh eh
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Io ho visto un documentario sul varano di komodo, molto bello.
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