A voi piacciono?Io aspetto i Pearl Jam a settembre,con molta impazienza
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Kings of leon
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Si dice spesso che il rock è morto, ed è vero. Ma ogni tanto resuscita e lo fa in maniera splendida. Con qualche band che sembra avere scoperto quale sia la formula magica, il segreto, la regola (che non è scritta da nessuna parte) che permette ad una musica, ad una canzone, di “essere†rock. Sarà capitato così ai Kings of Leon? Avranno trovato e bevuto dal santo graal del rock’ n’ roll? «Non conosciamo nessun segreto», dice ridendo Caleb Followill, uno dei tre fratelli che compongono la band, «e anche se lo sapessi di certo non lo verrei a raccontare in un’ intervista». Determinati, elettrici, appassionati e rumorosi quanto basta per essere annoverati tra le migliori ipotesi del rock possibile di oggi, i Kings of Leon sono una band originale sotto ogni punto di vista, in grado di muoversi verso il futuro senza dimenticare tutto il passato del rock. Di essere romantici e caldi, tanto da scrivere delle moderne canzoni d’ amore. E di suonare “duro†senza far sconti, mantenendo allo stesso tempo un approccio sanamente “intellettualeâ€. Arte e potenza, commercialità e rigore, cosa volere di più? Sono loro la punta di diamante di una nuova ondata rock americana, la prima dopo moltissimi anni di rap, di pop, di soul e di dance, che brilla per originalità e che non teme il confronto con i “cugini†inglesi. Anzi: i Kings of Leon hanno conquistato l’ Inghilterra e l’ Europa prima di diventare celebri in patria, confermando che la loro non è musica qualsiasi, non è un fenomeno momentaneo, e che forse attraverso di loro il rock americano può giustamente immaginare di poter riconquistare il suo ruolo nel mondo. A far rinascere il rock negli States è una nuova generazione di gruppi, dai Fleet Foxes ai Killers, dai Black Keys ai Secret Machines, a molti altri ancora, che non sono accomunati da uno stile o da un suono, quanto dal modo con il quale affrontano la musica. Band che sono “alternative†ad un mercato fatto di formati radiofonici e di stelline che ballano, band che non puntano al successo ma credono nella musica. Come i fratelli Followill, Caleb, Nathan e Jared che assieme al cugino Matthew hanno dato vita ai Kings of Leon e che dopo sei anni di carriera oggi sono la band del momento, in vetta alle classifiche e protagonisti di un tour mondiale “tutto esauritoâ€. «Fortunatamente non abbiamo avuto successo subito», dice Caleb, «non abbiamo venduto quattro milioni di copie con il primo disco, il che ci avrebbe costretto a mantenere quello standard, o a essere considerati dei falliti se avessimo venduto anche solo duecentomila copie in meno. Siamo andati avanti piano, non abbiamo cambiato il nostro stile di vita, non ci siamo trasfomati in divi o in star, la nostra etichetta è cresciuta con noi e tutto questo credo ci abbia aiutato a non perdere la testa. Abbiamo potuto fare sempre cose nuove, alcune giuste e altre sbagliate, come è normale che accada ad una band che è in cerca di buona musica». Di certo la loro musica è cambiata dall’ inizio a oggi, attraverso i quattro album che hanno realizzato, l’ ultimo dei quali è l’ ottimo “Only by the nightâ€, passando da sonorità “indie†a un suono più ricco e corposo, più “pop†se ci si passa l’ inadatto termine. «E’ vero, siamo cambiati», dice Caleb. «ma del resto chi vorrebbe suonare sempre le stesse cose per tanti anni? Siamo cresciuti, il successo ci ha permesso di fare delle grandi esperienze, di andare sul palco con Bob Dylan, gli U2, i Pearl Jam, e queste cose cambiano la tua prospettiva, il tuo modo di vedere le cose. Da giovani non eravamo nessuno, ora andiamo in scena con i Radiohead. Era naturale cambiare». Alcuni, i fan della prima ora, i “duri e puri†del rock alternativo, li accusano di aver ceduto alle sirene del successoe di aver “virato†verso il pop per motivi commerciali: «Facciamo musica diversa in ogni disco perché seguiamo il nostro istinto, perché facciamo esattamente la musica che vogliamo fare», si difende Caleb. «Non credo che questo abbia deluso il pubblico, fino ad oggi, ma anche se accadesse non ci potremmo fare molto, sul palco ci siamo noi, non loro, e noi non suoniamo su commissione. Certo, adesso abbiamo più responsabilità , il business esiste, non possiamo far finta che non sia così. Ma cerchiamo di restare liberi, di continuare a fare musica come vogliamo». La musica, il rock. E’ l’ unica cosa che vogliono, l’ unica che li interessi. «Volevamo suonare, volevamo fare questo e nient’ altro», racconta Nathan, «Certo i nostri inizi sono stati curiosi. Jared non aveva mai preso in mano un basso in vita sua, Caleb non aveva mai visto una chitarra e Matt aveva preso si e no due lezioni di musica. Ma pensavamo lo stesso di potercela fare. Quando abbiamo firmato il nostro primo contratto per un disco, per realizzarlo abbiamo fatto così: abbiamo preso nostro cugino, ci siamo chiusi in cantina e non siamo usciti per un mese, nostra madre ci portava da mangiare. Alla fine del mese avevamo le nostre prime canzoni pronte». La forza della loro musica è quella di essere musica “veraâ€. Se un brano non può essere suonato dal vivo così come lo hanno immaginato, il brano non entra nel disco: «Non c’ è nulla di più brutto che acquistare un disco, amarlo profondamente, e poi andare a vedere la band dal vivo e scoprire che suonano su tracce registrate, hanno altri due tastieristi nascosti dietro al palco, o non hanno nulla di tutto questo e la canzone suona in un altro modo. No, noi vogliamo essere esattamente come siamo e visto che in questo disco ci sono per la prima volta un paio di canzoni che hanno delle parti di tastiera, beh, abbiamo chiamato nostro cugino Nacho a suonare con noi». E vale la pena credergli. Provatea sentire “Use somebody†dall’ ultimo album. O “Charmer†dal disco precedente. É un brano che da senso, da solo,a tutto il rock di oggi, così come è stato per “God Save The Queenâ€, “My Generation†o “Smells like a teen spiritâ€.
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…dà senso a tutto il rock d’oggi solo perchè forse il rock d’oggi è uno sconosciuto per assante… arrivare poi a paragonare le quattro vaccate dei kings of leon a my generation sex pistols o nirvana sembra tanto un’imbeccata da casa discografica…
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vero b16,facevano da supporter ai dubliners…..forse un po’ meglio dei Killers,ma non ci vuole molto!Devono ancora mangiare parecchie bistecche di chianina e fare almeno altre due o tre album decenti,poi magari se ne puo’ riparlare.C’e’ del rock sano e godibile nel sommerso che forse questo giornalista misconosce…….le labels poi fanno del lavoro oscuro.Col downloading se la fanno addosso………ciauz
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adesso quei genialoidi che parlavano dei Killers come nuovi U2…non possono più parlare…NLOTH i Killers non lo fanno nemmeno in 100 anni…
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per me i coldplay al prossimo giro prendono anche lanois oltre a eno… ah ah ah!
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c’e’ una recensione sui Killers di un concerto alla Royal Albert Hall con il Macca presente…….confermo che mi fanno letteralmente cag……anche se era su rolling stone italia che fa schifo!
Poi i Coldplay….prendono anche Flood,Dallas Schoo per Buckland,Lillywhite e Mc Guinness per i tour:-)))DDDD forse qualcosa di meno glam rock/pop rimediano……..
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e quando uscirà questo non parlerà più nessuno!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
nme.com
U2 name next album and single
Follow-up to ‘No Line On The Horizon’ details announced
* Mar 4, 2009
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* U2 news, reviews, video and tour dates
* Add U2 to MyNME
Following the recent revelation that U2 will release the follow-up to the newly-released ‘No Line On The Horizon’ before 2009 ends, the band have revealed its title and that of its lead single.
The Irish rockers’ next studio album will be entitled ‘Songs Of Ascent’, while the lead single will be named ‘Every Breaking Wave’.
Frontman Bono told Rolling Stone that the album would be a “sister release” to ‘No Line On The Horizon’, which was released on Monday (March 2).
He said it was a “‘Zooropa’ to its ‘Achtung Baby’.”
He added: “We’re making a kind of heartbreaker, a meditative, reflective piece of work, but not indulgent. It will all have a clear mood, like Miles Davis album ‘Kind Or Blue’. Or [John Coltrane song] ‘A Love Supreme’ would be a point of reference, for the space it occupies in people’s lives, which is to say, with that album, I almost take my shoes off to listen to it.”
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pazzesco!
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che empatia,b16,un abbraccio,sono felice come una Pasqua:-)))
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B16…mi vuoi far svenire superbuzz?????…. va be’ che anche io in quanto ad U2…..
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festeggiamo con il nuovo aspettando il nuovissimo! auguri! buoni U2 a tutti!
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LET US IN THE SOUND, LET US IN THE SOUND,YEAH YEAH YEAH…….it’s only love……….eagle is not the enemy………
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