14-3-2009 Animal Collective @ Rolling Stone, Milano |
Serata in chiaroscuro per gli Animal Collective, che con la loro interessante miscela di elettronica psichedelica e ritmi simil-africani hanno intrattenuto la platea milanese. Il pubblico si può tranquillamente dividere in un 65% che è rimasto più che soddisfatto ed ha applaudito convinto il trio americano ed in un restante 35% che se n’è andato a casa invece molto deluso. Io purtroppo rientro in questa ‘sfigata’ minoranza, ma sinceramente dopo questo live sono convinto sempre più che la musica cosiddetta ‘da laboratorio’ sia meglio sentirsela a casa propria. D’altra parte mi era già capitato di constatare che gruppi di elettronica anche più famosi e più influenti come Air, Prodigy e Daft Punk dal vivo non rendono quanto su disco. Oltretutto le band citate hanno un repertorio più ‘facile’ rispetto agli Animal Collective, che comunque hanno il merito, con il loro ‘Merriwather Post Pavillion‘, di avere finora realizzato senza alcun dubbio uno dei dischi più interessanti del 2009.
Il pubblico è davvero numeroso ed è composto per lo più da gente verso la trentina o fidanzati che approfittavano per baciarsi e palparsi. Davvero pochi i pischelli, la maggior parte posizionata come al solito a scatenarsi nelle prime file. Al di là delle transenne, l’espressione ‘scazzatissima’ di un tizio della security praticamente identico ad Hulk Hogan mi aveva fatto sorridere, e non avrei mai pensato che dopo circa mezz’ora di concerto la mia faccia sarebbe stata come la sua se non peggio. E dire che la serata era iniziata bene, avevo addirittura avuto la fortuna di incontrare i treAnimal Collective, Panda Bear, Avey Tare e Geologist, mentre scendevano dalla scalinata dopo essersi rilassati nella zona fumatori del locale. La disgraziatissima scelta di far aprire il concerto a tale Pantha Du Prince, un dj dal viso vagamente somigliante a Beck, pare senz’altro dettata, oltre che dal budget poi non così pingue, dall’analogia dei macchinari usati e dalla comodità di non dover spostare strumentazioni pesanti e forse anche dal fatto di dover terminare il set non oltre le 23, come prevede l’ordinanza comunale. Questo ‘principino dei poveri’ inizia a suonare la sua non-musica alle nove meno un quarto e termina il suo set dopo 45 minuti: purtroppo è un segnale che la serata non andrà per il verso giusto. Alle 21:35 è già ora degli attesi Animal Collective che si posizionano sul palco:Geologist, con il suo tipico elmetto da miniera, è sulla destra, al centro c’è il piccoloAvey Tare con una maglia a righe quasi estiva, mentre alla destra troviamo il cantante-batterista Panda Bear. Il combo americano parte bene con la bellissima ‘In The Flowers’, pezzo di apertura del loro ultimo disco, che è applauditissima dai presenti. Si nota subito che la voce di Panda Bear è buona ma nettamente inferiore rispetto a quella in studio, e che i pezzi sono leggermente dilatati e suonano più ossessivi. In particolare il primo brano dura oltre trenta secondi in più della versione originale. Le cose, purtroppo, cambiano subito perché a smorzare l’entusiasmo iniziale di molti c’è l’esecuzione di un’irriconoscibile ‘Lion Coma‘. La noia prende il sopravvento per svariati minuti anche se alla mezz’ora un boato accoglie la strepitosa ‘My Girls‘, il loro singolo di maggior successo. Naturalmente quella che han suonato non è proprio lei, ma la cugina interista, quella ‘sfigata’ per intenderci. In effetti questa canzone è decisamente più coinvolgente su disco, e come per tutto il concerto noto che gli strumenti non sono amalgamati benissimo: il sound infatti è rimasto monocorde per tutto il loro set. Qualcuno inizia a dare la colpa al locale e scappa via, ma secondo me il Rolling Stone ha quasi sempre avuto un’ottima fama per quanto concerne l’acustica. Alla voce senza dubbio questa sera Avey Tare, che a volte suona la chitarra, a volte si agita con un archetto in mano, altre si nasconde nelle retrovie a suonare dei macchinari, è più in forma di Panda Bear, che è alla batteria e il cui cantato a volte ricorda le modulazioni e le litanie tipiche della musica araba. Aspetto per tutto il concerto la bellissima ‘Bluish‘ ma, probabilmente per farmi ulteriore dispetto, non me la suonano. Gli Animal Collective hanno privilegiato, come era comprensibile, il loro ultimo disco (in tutto hanno all’attivo ben 8 album e tre EP). Tra i pezzi eseguiti una graditissima ‘Fireworks‘ e ‘Chores‘ da ‘Strawberry Jam‘, ‘Slippy‘ da ‘Here Comes The Indian‘ ed una versione deludente di ‘Winters Love‘, tratta da ‘Sung Tongs‘. Riguardo alle canzoni tratte dall’ultimo lavoro, oltre a ‘Lion Coma‘, ‘Brothersport‘ e ‘Guys Eyes‘ sono sembrate b-sides dei Vampire Weekend mentre in ‘Daily Routine‘ Panda Bearsembra in apnea, fatica a tenere la voce. ‘Sumertime Clothes‘, eseguita nel bis, è invece abbastanza piacevole ed ridesta quelli che non sono presi dai riverberi e dai rimbombi di questi tre pazzoidi. Paolo Agnoletto di indie-rock.it |
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“In particolare il primo brano dura oltre trenta secondi in più della versione originale”. Trenta secondi eh! Mica 5 o sei minuti! Quando uno, riesce a scrivere una frase del genere nel recensire un concerto e ha passato il tempo a cronometrare una canzone, mi spiace per lui, ma non ha capito un cazzo ed è meglio che continui a sentire dischi dentro la sua stanzetta.
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AH AH AH AH La benedizione di Alien ……….sulla quale concordo!I live non vanno cronometrati al secondo,semmai ai minuti per non dire ai quarti d’ora eh eh eh eh………..cosa doveva dire Bonzo nel suo assolo di Moby Dick al Madison Square Garden? “Mo mi fermo?” ah ah ah ah
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Dai questo si lagna perchè la maggior parte dei pezzi, non “suonavano” uguali al Cd, ma dove, ma quando mai?
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“mi spiace per lui, ma non ha capito un cazzo ed è meglio che continui a sentire dischi dentro la sua stanzetta.”
alien caro ho pensato la stessa cosa… ma già mentre leggevo la descrizione del pubblico… e buzz: se bonham si fosse fermato a 4 minuti sai che soddisfazione…..!!!!
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B16: occhio alla tua posta…ammesso che il buon Buzz, mi abbia dato l’indirizzo esatto 🙂
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un po’ di ascolti:
John Zorn – Filmworks XXIII: El General – (Tzadik, 2009)
The Who – Who Sell Out [Deluxe Edition] – (Universal, 2009)
Ursula Rucker – Ruckus Soundsysdom – (Five Six Media, 2008)
Oumou Sangaré – Seya – (World Circuit, 2009)
Marissa Nadler – River of Dirt EP – (Rough Trade, 2009)
The Doves – Kingdom Of Rust – (Heavenly Records, 2009)
La Bien Querida – Romancero – (Elefant, 2009)
Lawrence English – A Colour For Autumn – (12K, 2009)
Azeda Booth – Tubtrek EP – (Digital Download, 2009)
Beth Orton – Trailer Park (Legacy Edition 2CD) – (Sony, 2009)
Bibio – Vignetting the Compost – (Mush, 2009)
Bonnie “Prince” Billy – Beware – (Domino, 2009)
Boston Spaceships (Robert Pollard) – The Planets Are Blasted – (Guided By Voices, 2009)
Boy In Static – Candy Cigarette – (Fake Four Inc. 2009)
Bronnt Industries Kapital – Hard for Justice – (Get Physical, 2009)
Circlesquare – Songs About Dancing & Drugs – (!K7, 2009)
Clark (Chris Clark) – Growl’s Garden EP – (Warp, 2009)
Color Cassette – Forever Sparrow – (Autres Directions In Music, 2009)
e infine 3 Radiohead album…Buzz sa quali sono 😉
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Alien sono rimasto indietro come le…… del cane:-)))okkio ai rumori delle turbine del Jumbo b16!!!!!!!!!!!!
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tutto atterrato ad amsterdam, attenzione al jumbo di ritorno caro alien…
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caro B16 sei prorpio fortunello: il 7 luglio se non sai cosa fare….mentre una buona rappresentanza del Buzzrockcafè sarà a San Siro per la prima milanese degli u2….tu potresti nell’attesa consolarti con la Dave Matthews Band.. in terra di Amsterdam. Io non li ho mai visti ma dal vivo si dice siano tra i migliori … live spesso incendiari….appena vengono (SE vengono ma non penso) in Italia me li vado a vedere volentieri. Io te lo segnalo poi vedi tu!
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Dave Matthews band?Sono strepitosi e il vocalist ha una voce vagamente somigliante,a tratti,a Peter Gabriel…….mi piacciono un casino…….come John Mayer……o e’ John Mayer che assomiglia a Gabriel?Sono andato in confusione,cmq qualcosa di vero c’e’!Fidatevi……..e si va di rock…….anyway ,anyhow!
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eh generaleeeeee quanti concerti ci faremmo insieme!!!! i fleet foxes sono andati sold out in tre giorni, ora tengo monitorato auerbach (che ne dici? atterrato?) e per dave matthews non so, lo rispetto, ma non ne sono mai andato pazzo. confermo che live la band è da applausi, impressioni di amici e recensioni lette negli anni…
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……….comunque sugli u2 andiamo tutti d’accordo no?:-))eh eh eh eh azz a New York avranno i Muse come supporter…….al Giant Stadium ,che figata:-)
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ATTERRATO….FATTO BUON VIAGGIO!!
AUGH
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pare che sul pianeta rock gli aeroporti funzionino bene:-))))Come il piccolo aeroporto di Liverpool,il John Lennon…….un gioiellino….
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