The Killers: raggiungeremo le vette degli U2
“Sento che stiamo per diventare più grandi degli U2″. Lo dice sottovoce e poi smette di parlare come se, in uno sprazzo di lucidità , si fosse reso conto di averla sparata troppo grossa. Ma non è così: Brandon Flowers, impenetrabile leader e cantante dei The Killers, la band più calda del 2009, ha un problema con il telefono di casa, un cordless finito nelle mani del piccolo Ammon, 18 mesi e una voce spaccavetri. “Le chiedo scusa, ma mio figlio di un anno e mezzo si è impossessato del ricevitore e l’ha sbattuto per terraâ€.
Certo, da uno che si candida a sostituire Bono nell’immaginario collettivo ci si aspetterebbe qualcosa di più rock che un’intervista con il pupo sulle ginocchia, ma Brandon è fatto così. Su di lui gli stereotipi del rocker duro e puro, formato cowboy, non hanno mai fatto presa. “Sono cresciuto insieme a quattro sorelle e a casa mia l’eyeliner non mancava mai†confessa candido.
Brandon vuole conquistare il mondo con le sue canzoni, ma è terrorizzato dagli aerei; è immerso fino al collo nel music business però giura di essere un mormone praticante ligio a tutti i precetti della sua fede; vuole diventare un’icona mondiale ma è così timido da abbassare la voce ogni volta che le domande dei giornalisti scavano nel suo bizzarro mondo. Insomma, un alieno rock, che spiazza e confonde tutti quelli che gli si parano davanti. “Sembro strano, perché sono strano. Sono un uomo di Las Vegas, una città dove vale tutto e il suo contrario. Se vieni dal New Jersey, hai Bruce Springsteen come punto di riferimento. Se sei di Liverpool, il tuo modello è Paul McCartney. Ma se sei nato e cresciuto nella periferia di una metropoli luna park, non hai modelli da seguire. E allora diventi una spugna che assorbe tutto da tutti. Io e i ragazzi del gruppo siamo gente senza frontiere. Nei nostri pezzi c’è la grande tradizione musicale americana alla Bob Dylan, fusa con il pop dei Duran Duran. A volte ci vestiamo da clown, a volte sembriamo usciti da una boutique franceseâ€.
Se non fosse davvero il leader del gruppo che sta sbancando le classifiche con il nuovo cd, Day & age, e che ha già venduto tutti i biglietti dei concerti in programma nel 2009 (è esaurito anche quello del 17 marzo a Milano), verrebbe da pensare a un simpatico burlone fuori di testa. “Lo so, qualche volta sembro dissociato, ma non è così. A 27 anni non è facile tenere tutto sotto controllo. Un giorno cambio i pannolini, il giorno dopo tengo un concerto e mi trovo David Bowie nei camerini che mi fa i complimenti e mi dice di avere visto in me il passato e il futuro del rock, quello dopo ancora sono sul lettino di un medico che mi insegna una tecnica di respirazione per superare lo stress da volo. Se penso a quella volta che ho rifiutato un invito degli U2… Mi volevano dare un passaggio a tutti i costi con il loro jet privato. E io ho detto no. Imperdonabileâ€.
Visto che gli aerei gli procurano vertigini e spaventi a ripetizione, proviamo a sondare come Flowers riesca a conciliare i divieti della sua fede con alcuni vizi classici da rockstar, tipo alcol e fumo… “Combatto le tentazioni, ma a volte cedo. Poi mi rialzo e ricomincio a lottare contro tutti i demoni. Sono un essere umano in cerca di perfezionamento. Credere non vuol dire essere immuni a tutto. Me lo ha insegnato mio padre, un uomo incredibile, praticamente di ferro. Per 35 anni ha lavorato in un negozio di dolci otto ore al giorno. Poi tornava a casa e si metteva a lucidare le sue auto d’epoca finché non brillavano come diamanti. Me lo ricordo con la pelle di daino in mano che predicava: ‘Quando credi che la macchina sia lucida, è il momento di ricominciare a pulire daccapo. Solo con la costanza si temprano la mente e il corpo’â€.
Mormone, salutista a intermittenza, fan di Barack Obama, padre e marito premuroso, ma anche sex symbol per milioni di ragazze che adorano la sua aria da eterno fanciullo bello e tormentato, Brandon ha sempre preso le distanze dallo sport preferito dai suoi colleghi negli ultimi otto anni: “Non ho mai sostenuto Bush e la sua politica, ma mi ha fatto male vedere tanti artisti americani che si prendevano gioco del loro paese e del loro presidente. Penso, tanto per non fare nomi, ai Green day, che hanno intitolato un disco American idiot. Ho ancora impressa l’immagine di 50 mila loro fan inglesi che urlano a squarciagola: ‘Non voglio essere un idiota americano’. Che tristezza infinitaâ€.
Il tono della voce sommesso e depresso consiglia di cambiare argomento e di punzecchiarlo sulla vera storia del suo primo incontro con la bionda moglie Tana, anche lei ventisettenne e di bella presenza. “Ero alla ricerca di qualcosa di originale in un negozio di vestiti di seconda mano a Las Vegas. Appena l’ho vista, ho iniziato a seguirla con lo sguardo. Poi sono passato al pedinamento. Avevo in mano una gran quantità di camicie, orrende da indossare nella vita normale ma perfette per il palco. Solo che per starle dietro ho iniziato a seminarle lungo tutto il negozio. Finché un commesso, infuriato, mi ha urlato: ‘Se hai gli ormoni impazziti, invitala a cena e vattene da qui’â€.
Related Articles
3 users responded in this post
i killers… AH AH AH AH AH AH AH!
Rispondi
Brandon sei un mito!!!!
Rispondi
degustibus Brandon e comunque un pochino presuntuosi si,musica a parte.Benvenuto a Brandon ,saluti a b16!Resta con noi Brandon,sicuramente ascolterai anche altro…….ciao
Rispondi
Leave A Reply